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Von Karajan, mettendo da parte la sua abituale freddezza, al termine di un concerto, sul finire degli anni '50, lo abbraccia entusiasmato.

Mascagni, un giorno, durante l'esecuzione della sinfonia delle Maschere al Teatro Adriano in Roma (primissimi anni 40), ferma l'orchestra e dice a Ceccarossi: "Non immaginavo che anche il corno potesse cantar le mie Maschere".

Nel 1950, pochi mesi dopo la morte di R. Strauss, Ceccarossi esegue alla RAI il Concerto n. 2 per corno e orchestra del compositore bavarese. Strauss aveva detto a dei musicisti italiani della RAI che quel suo Concerto tanto difficile non trovava esecutori, ma che a Roma c'era un giovane che senz'altro era in grado di eseguirlo. Quel giovane era Ceccarossi.

"Caro Ceccarossi, grazie per avermi inviato il suo meraviglioso lavoro di studi per corno. In realta' e' il piu' interessante libro che ho mai visto sui metodi di studio per qualsiasi strumento. Io faro' cio' che posso per propagandare questo splendido libro. Spero di venire di nuovo qualche giorno a Roma e saro' felice di collaborare con un artista come lei".

"Dear Ceccarossi: Thank you for sending me your wonderful work of studies for horn. It is really the most interesting book I have ever seen on methods of study for any instrument. I will do anything I can to propagate that wonderful book. I wish to hope that some day again I will be able to come back to Rome and enjoy collaborating with such an artist as you."
(
Dimitri Mitropoulos, direttore dell'Orchestra Filarmonica di New York, 9 aprile 1951)

Nel 1953 e' a Copenaghen e a Stoccolma dove, il 16 settembre, esegue musiche di Mozart, Beethoven, Rossini, Busser e la Sonata (1939) di Hindemith. Il giorno dopo è invitato da Kurt Atterberg, compositore svedese, del quale in quel periodo deve eseguire il Concerto in la minore. Atterberg parla italiano e gli dice: "Sa, Ceccarossi, ieri sera noi eravamo invogliati, dopo che lei ha finito il concerto, di venire a prendere dalle sue mani lo strumento per suonare, perche' era tanto facile quello che lei faceva...! E devo anche dirle che vicino a me c'era Hindemith, che l'ammirava e diceva: ' Come fara' quest'uomo a fare tutte queste cose e con semplicita' '".

"Quando io parlo del corno vedo Ceccarossi in qualunque cornista, perche' per me il corno e Ceccarossi sono strettamente uniti in qualunque parte del mondo".

"When I talk about horn, I see Ceccarossi in any hornist, because for me the horn and Ceccarossi are strictly linked everywhere in the world"
(
Igor Stravinski)

Antonio Guarnieri, a Roma, nel 1952, durante le prove di Sonnambula, si rivolge spazientito al tenore che non riesce a colorire bene un passaggio, e gli grida: "Cerchi di imitare Ceccarossi".

Nell'aprile 1952, tornando a Roma da Orsogna, dov'era stato per i funerali della sua cara sorella Suor Benedetta (Dina), Ceccarossi si reca alla RAI, al Foro Italico. Vi giunge poco prima dell'inizio della prova della Quarta Sinfonia di Mahler. Quando il direttore Bruno Walter sale sul podio, non vede Ceccarossi al suo posto in orchestra, posa la bacchetta sul leggio e chiede il perche' della sua assenza. Gli dicono che e' in lutto per la morte della sorella. Ceccarossi, appena viene a sapere che il M.° Walter avrebbe tanto desiderato la sua presenza in orchestra, non esita un solo istante a tornare al suo posto. Il M.° Walter prima di iniziare la prova gli dice: "Grazie, Ceccarossi".



Nel 1956, durante una trasmissione RAI, presentata da Laura Padellaro, Ceccarossi esegue, con l'autore al pianoforte, la Sonata per corno e pf di Armando Renzi. E' presente anche John Birks "Dizzy" Gillespie, trombettista, cantante e direttore, "dotato di una tecnica prestigiosa, di una fantasia bizzarra e vivace, uno dei principali artefici del moderno idioma del jazz". Gillespie, che ha seguito l'esecuzione con la piu' grande attenzione, al termine viene ad abbracciare Ceccarossi e ad esprimergli tutta la sua ammirazione. Donera' a Ceccarossi una foto con la seguente dedica: "To Domenico Ceccarossi, the superb musician".

Nel giugno 1959 "I Virtuosi di Roma" incidono a Roma, nella sede del Teatro dell'Opera, per "La Voce del Padrone". Ceccarossi esegue le "Sonate" di Cherubini. Durante la registrazione delle "Sonate" accade un fatto insolito: i tecnici inglesi interrompono la registrazione e si dirigono verso Ceccarossi. Prendono dalle sue mani il corno, estraggono le pompe, tolgono il bocchino, svitano il padiglione, guardano attentamente ogni particolare dello strumento. Infine, senza dire una parola, glielo restituiscono. Ceccarossi chiede allora a Fasano, che conosce l'inglese, cosa mai cercassero. Fasano, con un sorriso sardonico, gli risponde che i tecnici inglesi cercavano un qualche marchingegno che, a loro dire, doveva assolutamente trovarsi dentro lo strumento... Insomma quei tecnici non potevano arrivare a pensare che quella cantabilita', quel fraseggiare, quella scioltezza di emissione fossero unicamente opera di Ceccarossi! Quest'ultimo, allora, con accento vibrante, prega Fasano di riferire a quei tecnici che tutto quanto ascoltavano era il risultato di tre fattori: cervello, natura e cuore. E che, se erano cosi' sorpresi, evidentemente ai cornisti inglesi mancava almeno uno di questi tre fattori...!

Nel giugno 1985 la New York Philarmonic-Symphony Orchestra, la prima e piu' importante associazione musicale degli Stati Uniti (che ebbe come direttore, dal 1926 al 1936, Arturo Toscanini) esegue, sotto la direzione di Zubin Mehta, un concerto a Firenze. Zubin Mehta esprime a Enrico Caproni, 1° corno dell'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, magnifico strumentista, il desiderio di conoscere se Ceccarossi sia a Roma o comunque in Italia. Cosi' Caproni telefona a Ceccarossi, alle sette del mattino, nella sua residenza in Abruzzo, per esprimergli la grandissima ammirazione del maestro Mehta e quella di tutti i cornisti della Philarmonic-Symphony Orchestra, e per dirgli che i cornisti erano felici di essere riusciti a trovare i suoi dischi a Firenze, e che tutti lo salutavano molto caramente.


"Caro, caro Cecca - Non posso attendere. Ti ho sentito ora su Radio Hong Kong. Prima delle notizie danno musica classica. Di Ceccarossi Capriccio. Io non ci credevo, ma alla fine hanno ripetuto il tuo nome. Bravo bravo bravo. E' bellissimo ed eseguito perfettamente. Tu non sai cos'e' stato per me. Lasciami essere un po' nostalgica...! Mi e' sembrato un richiamo - mi sono sentita dire: Vieni qui da noi! Ancora ancora mi sono detta: i "miei" mi chiamano. Sono tanto lontana... Il tuo disco anche ottimo, le cadenze perfette. Da Roma partii correndo. In India non potevo avere un grammofono. Finalmente qui ti ho ascoltato. Un'amica lo ha voluto per copiare su nastro. Appena lo riavro' lo passero' a Radio Hong Kong e certo saranno felici. Bravo ancora e grazie. E' stata una delle piu' belle emozioni...".
(Annarosa Taddei, pianista, il 3 febbraio 1970 invia a Ceccarossi questa lettera dalla Cina)

Ancora un episodio, del 1960. Ceccarossi, dopo il grande successo della tournée in Gran Bretagna e Irlanda del suo Trio (Ceccarossi, Jolanda Colizza soprano, Loredana Franceschini pianoforte), esegue alla RAI Elégie di Francis Poulenc. La Filarmonica Romana questa volta lo invita - e da allora vi terra' numerosissimi concerti - insieme a Poulenc, per eseguire appunto Elégie. Poulenc aveva gia' fatto pervenire a Ceccarossi, a Londra, nel 1958, questa sua composizione.

Ceccarossi: "Non nascondo la curiosita' mia di avere come pianista collaboratore un Francis Poulenc!. Durante la prova - facemmo una sola prova - io detti a Poulenc la mia parte per corno e pianoforte, perche' lui non aveva niente. Finita la prova si alzo', lui alto due metri io piccolino, e mi abbraccio' e mi disse: "Ceccarossi, non sapevo mica che la mia musica fosse cosi' bella!". Certo io avevo un po' trasformato, avevo introdotto dei colorismi, e dei suoni d'eco nella ripresa del tema, insomma varie cose che lui non aveva scritto: cosi' alla fine della prova ero anche timoroso che non fosse soddisfatto di qualche cosa. Invece mi disse, appunto: "Non sapevo mica che la mia musica fosse cosi' bella!". Due sere dopo alla Filarmonica ha luogo il concerto. Successo splendido".



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Giustino Ceccarossi
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