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Itinerari
Due ruote di avventura
Testo di Carlo Salvatore e Luigi Polidoro
Foto di Carlo Salvatore

Un treno, anzi il Trenino della valle, una bicicletta, una tenda e la vacanza si trasforma in una entusiasmante ricerca della libertà e dei laghi più belli dell'Abruzzo montano.

Aerei passaggi, ampi spazi, boscosi pendii, paurose gole, ottime libagioni e rinomato vino sono gli ingredienti dell'Enogastrotour '99. L'iniziativa si prefigge di riscoprire le bellezze naturali ed enogastronomiche abruzzesi, avvalendosi delle proprie gambe, a bordo del mezzo meccanico più ecologico per antonomasia: la bicicletta. Il tour di quest'anno, dal 30 Luglio al 1 Agosto '99, ha avuto come campo di gioco l'area sud-occidentale d'Abruzzo a ridosso tra le valli del Sangro, Sagittario e del Tirino, all'interno dei Parchi Nazionali della Maiella e d'Abruzzo, con le mete dei più bei laghi della regione; Bomba, Barrea e Scanno.

La partenza da Ortona è avvenuta il 30 Luglio 1999 a bordo del "Trenino della Valle" delle ferrovie Sangritana, insieme ai passeggeri partecipanti al "Tour del Lago"che si snoda da Pescara, Ortona, San Vito, Lanciano, Castel Frentano e Casoli, fino al lago di Bomba.

La località Crocetta, costituisce la diramazione della ferrovia Sangritana nei suoi due tratti, quello verso la Val di Sangro e quello verso la direttiva Guardiagrele-Ortona. In corrispondenza di questo crocevia, i caratteristici edifici di servizio della Sangritana e l'ambiente circostante, perfetta scenografia per film storici, ci portano indietro nel tempo, con lo scambio dei binari ancora ad azionamento manuale, attuato dall'energico capostazione spesso coadiuvato dalla gentile consorte S altrettanto energica.

Sul lago di Bomba, a Colledimezzo ( m 490 ), inizia il tour cicloturistico vero e proprio, risalendo la Val di Sangro. Fortunatamente esiste ancora, almeno in questa fase iniziale, l'alternativa alla superstrada del Sangro. Infatti la strada fino a Villa Santa Maria, patria dei cuochi, oltre che piacevole, è poco trafficata, consentendoci di vivere appieno il piacere dell'andare in bicicletta. Oltre Villa Santa Maria, con l'interruzione della superstrada, il traffico, soprattutto quello pesante, si riversa sulla Provinciale, dandoci qualche problema tra Quadri (m. 593) e Sant'Angelo del Pesco (m. 805). Si prosegue quindi per Ateleta (m 760), e Castel di Sangro (m 1004), dove si prepara il primo bivacco. Tutta la Valle del Sangro è magnifica e la strada percorsa, con strappi in salita talvolta impegnativi (considerando le bici cariche del necessario per il pernottamento), ci permette di godere di scorci panoramici sui boschi e sulle vette rocciose dei monti dell'Alto Sangro nel Parco Nazionale d'Abruzzo, fino al Molise e oltre.

A Castel di Sangro inizia finalmente la sezione enogastronomica del tour, gustando sotto le stelle ottimi prodotti locali che la natura abruzzese offre generosamente a chi ne sa giovare.

La mattina del 31 luglio ci vede partire da Castel di Sangro, vivace cittadina con scorci medioevali e un ambiente molto suggestivo. In quest'area il fiume Sangro forma un'ampia piana attraversata dalla statale 17 con un lungo rettilineo poco consono alle nostre biciclette avvezze a strade ben più impervie e tortuose. Comunque questo tratto ci permette di raggiungere in tranquillità l'antico centro sannita di Alfedena (m 893) che ancora conserva gli avanzi del castello con torre ottagonale, baricentro del sistema difensivo medioevale. È a questo punto che la strada inizia a salire ripidamente verso l'ingresso del Parco Nazionale d'Abruzzo con scorci su boscosi pendii e tornanti mozzafiato che portano faticosamente al Colle della Croce (m. 1164).

Da qui la vista si apre splendidamente sul Lago di Barrea, raggiunto attraverso una panoramica sterrata che ci conduce fino all'abitato di Barrea (m 1066), uno dei centri più importanti del Parco.

Il lago è frutto dello sbarramento sul fiume Sangro quando si insinua nelle strette gole a ridosso del paese. Da Barrea si domina un panorama unico su tutte le vette che cingono il parco: Monte Greco (m. 2285), Serra Rocca Chiarano, il borgo arroccato di Civitella Alfedena con alle spalle Monte Mattone (con i famosi pini neri del Parco Nazionale d'Abruzzo sulle pendici), Monte Sterpi d'Alto (m. 1966) con la Camosciara e Monte Petroso (m. 2249). Il relax offerto dalle sponde del lago ci ritempra il corpo e lo spirito, aiutati dalla degustazione dei saporiti manicaretti trangugiati in un'ospitale trattoria. Dopo un meritato riposo, affrontiamo il tratto più impegnativo dell'Enogastrotour di quest'anno: il mitico Passo Godi. Un po' ignari un po' incoscienti ci accingiamo a scalare la ripida strada che da Villetta Barrea (m. 990) si arrampica con ripidi tornanti sulle pendici della Montagna di Godi (m 2011), attraverso bucolici pascoli e aspre vene rocciose, coprendo, in 16 chilometri, un dislivello di quasi 600 metri fino ai 1630 metri del Passo Godi. Quindi, stanchi e soddisfatti, affrontiamo la ripida discesa fino al famoso e meraviglioso centro turistico di Scanno (m. 1015), meta ogni anno di migliaia di visitatori, attirati dal piacevolissimo ambiente lacustre offerto dall'omonimo lago e dal caratteristico ambiente medioevale delle stradine del centro storico. Un tipico ristorantino e le rive del lago ci offrono conforto ed ospitalità, dopo l'intensa e soddisfacente giornata ed una magica serata trascorsa in paese.

L'alba del terzo giorno ci vede in piedi, intenti nel controllare i nostri mezzi e rassettare la nostra tenda. Un'abbondante colazione, fondamentale presupposto ad una giornata che ci vedrà percorrere molta strada, viene consumata in uno dei numerosi esercizi presenti sulle splendide rive di quel gioiello di smeraldo, incastonato in un contesto che fa pendere ancora in favore della natura il delicato equilibrio tra desideri di sviluppo e tutela del territorio.

Si raggiunge agevolmente lo stupendo eremo di San Domenico, sentinella delle gole del Sagittario, ai piedi del caratteristico borgo di Castrovalva. Il luogo di culto, parzialmente edificato in una cavità naturale, che ne costituisce il primigenio nucleo, dà accesso ad un'area attrezzata particolarmente affascinante, e, se non troppo affollata, adatta ad utili meditazioni.

Menzione doverosa merita l'abitato di Castrovalva, raggiunto attraverso dei ripidissimi tornanti e collocato su una cresta rocciosa con una configurazione urbanistica a dir poco singolare.

L'antico centro Anversa ci appare come d'incanto concludendo la tortuosa strada che sovrasta la selvaggia bellezza delle gole del Sagittario, aprendo il sipario sulla valle peligna.

 

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