
Domenica 3 gennaio 1999
Tornano gli
orici nel deserto di Palmira
PRIMA RISERVA NATURALE IN SIRIA
Un progetto realizzato dalla Fao e dagli italiani
Sulla steppa che ha tutti i toni del rosso
e dell'ocra, e che del territorio siriano costituisce il 55 per cento, le sagome bianche
si stagliano all'improvviso: una trentina di orici, in un appezzamento di 10 mila ettari
nella zona di Palmira. E' la prima riserva naturale sorta in Siria, realizzata su progetto
Fao/Cooperazione italiana/governo siriano. Estinta nel 1972, nel 1984 la specie fu
reintrodotta per iniziativa del Wwf immettendo nel deserto di Jidat-al-Harasis (Oman)
alcuni orici fino a quel momento in cattivita'. Fu uno dei pochissimi esperimenti del
genere che ebbero successo; questi animali infatti si adattano rapidamente all'ambiente,
si organizzano in branco con gerarchie ben definite, ne' ci sono problemi di coesistenza
fra esemplari reintrodotti e altri sempre vissuti liberi.
Gli orici proliferarono - un piccolo ogni 9/12 mesi, cominciando a tre anni, piu' o meno
per tutta la vita, in media di 18/20 anni - ripopolando anche altre aree gia' loro, come
Niger e Ciad. Ma la minaccia di sempre non si allento', anzi ando' accentuandosi: i
cacciatori, compresi turisti occidentali in cerca di trofei. Pochi anni e, di nuovo, il
rischio era di diventare un ricordo.
A salvarne una trentina di esemplari, catturati in Arabia saudita, e una decina di
gazzelle provenienti dalla Giordania, questa volta e' stato il progetto Riabilitazione
dei pascoli e creazione di una riserva naturale nella steppa siriana. La riserva e'
destinata ad estendersi progressivamente su 22 mila ettari, tenendo anche presente che la
prolificita' di questi animali richiede uno spazio recintato sempre piu' ampio. Tra
l'altro aumentare il loro numero e' indispensabile per garantire una solida base genetica.
Il deserto e', per orici e gazzelle, elemento naturale: si nutrono senza problemi di
qualsiasi arbusto, e hanno un metabolismo che consente di ridurre al massimo la perdita di
liquidi, utilizzando fino all'ultima goccia l'acqua contenuta nelle piante, e giovandosi
di un sistema di traspirazione e termoregolamentazione (ad esempio, non sudano).
Particolare non trascurabile: gli orici hanno corna che possono raggiungere i 120 cm:
capita, a volte, che riescano a infilzare anche un leone che li aggredisca. A facilitare
la riuscita della riserva, anche il fatto che questi animali, visibili anche a grande
distanza, possono essere seguiti, il che e' indispensabile per verificare il loro stato di
salute. A Palmira, prima di venire immessi nel loro spazio, vengono abitualmente tenuti
sotto osservazione per alcune settimane, in apposite costruzioni; un qualche interrogativo
riguarda infatti il clima che, caratterizzato dalle importanti escursioni termiche tipiche
di ogni deserto, e' comunque molto meno caldo rispetto a quello dell'Arabia Saudita. In un
secondo tempo, altre riserve, sul modello di questa, sorgeranno nel Paese, tutte guidate
da personale siriano.
La parte del progetto finalizzata alla riabilitazione dei pascoli interessa 130 mila
ettari, terreno per lo piu' sfiancato dall'eccessivo carico di bestiame dei Beduini, da un
eccesso di sfruttamento agricolo (in particolare, la coltivazione dell'orzo) e dall'uso
delle gia' scarse piante a fini energetici. Punto forte, la semina diretta di piante
native; varieta' privilegiate, la Salsola vermiculata e la Atriplex leucolada.
Ornella Rota
gennaio 1999
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