
Venerdi' 8 gennaio 1999
Enpa: «Fuorilegge
le aragoste allevate dai ristoratori»
MILANO - Pescherie e ristoranti che
espongono vivi, sdraiati su un letto di ghiaccio, aragoste, granchi, astici o altri
crostacei commettono un reato penale espressamente previsto e punito dal codice, quello di
maltrattamento di animali. Lo sostiene l'Ente nazionale per la protezione degli animali,
l'Enpa, invitando pescherie e ristoranti a dotarsi di acquari realmente adatti al
mantenimento di crostacei, ma anche di anguille o altri organismi venduti vivi, in
condizioni di minimo benessere. L'articolo cui si riferisce l'enpa e' il 727 dove, fra
l'altro si individuano gli estremi del maltrattamento nei casi di detenzione di animali
«...In condizioni incompatibili con la loro natura...», spiega in una nota l'Enpa.
Proprio su questa incompatibilita' insiste il consigliere nazionale e presidente della
sezione di Milano dell'Enpa Ermanno Giudici che in questi giorni ha chiesto alle
associazioni di categoria del commercio e della ristorazione di far cambiare le prassi dei
loro associati, ed a magistratura e forze di polizia di intervenire a norma di codice
penale. «I crostacei sono animali acquatici che respirano l'ossigeno disciolto nell'acqua
per mezzo di branchie, in un ambiente dove la temperatura oscilla intorno ai 10-18 gradi
-sottolinea l'Enpa - la detenzione fuori dall'acqua e sul ghiaccio comporta
necessariamente per questi organismi una serie di gravi alterazioni»
gennaio 1999


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