
Sabato 16 gennaio 1999
'Al bando le
pellicce'
Esposta al Politeama una gabbia per visoni
(afra) La manifestazione antipellicce
promossa dalla Lav (Lega Antivivisezione) approda anche a Palermo portando con se'
tagliole, fotografie di animali da pelliccia all'interno di un allevamento, ma soprattutto
una gabbia (nella foto, con accanto Marina Polizzi e Ivan Miori) destinata alla detenzione
di volpi e visoni. Gli animali condannati a lasciarci la pelle finendo sui colli delle
signore sono ogni anno venti milioni, se si considera il solo caso italiano. 'Sapete
quante linci occorrono per fare una pelliccia? _ chiedono i numerosi volontari della Lav
che hanno partecipato alla manifestazione _. Da otto a un massimo di dodici. Per non
parlare poi degli animali piu' piccoli. Una pelliccia di ermellino, ad esempio, si ottiene
ammazzando da 180 a 240 animali'. In Sicilia gli allevamenti di animali da pelliccia erano
sette nel 1997. Ora, assicurano dalla Lav, il mercato delle pellicce e' in calo, perche' i
consumatori cominciano a rendersi conto e a privilegiare soluzioni alternative. Il modo
piu' comune per catturare e uccidere un animale e' la tagliola, che faceva mostra di se'
nella manifestazione di piazza Politeama, che fa morire la bestiola dissanguata. Un altro
metodo in uso negli allevamenti e' quello della rottura delle ossa cervicali, della
corrente elettrica (che fa rizzare il pelo all'animale, rendendolo cosė piu' voluminoso e
morbido) o ancora delle bastonate sul muro. 'Sono tutti metodi _ commenta Marina Polizzi,
attivista della Lav _ che tengono conto dell'animale soltanto dal punto di vista del suo
pelo. La pelliccia di Breitschwanz, ad esempio, si ottiene da agnelli abortiti, prelevati
dalla madre, che viene uccisa a bastonate. I pastori pensano che con questo metodo il
terrore della madre venga trasmesso al piccolo e che cosė il suo pelo sara' piu'
ondulato'. Dopo Palermo, il tour dell'Associazione, che ha gia' toccato piu' di 30 citta'
in tutta Italia, tra cui Catania, Ragusa e Caltanissetta, proseguira' per Sardegna e
Campania.
Alessia Franco
gennaio 1999 |