Venerdi' 19 marzo 1999

Carne e stricnina
gli animali si uccidono cosė

Una tecnica in uso da anni in Toscana

FIRENZE (g.mon.) - L'altra notte e' toccato a Spago, alla fine dell'estate a Teo. Spago e Teo erano due pastori maremmani di pochi mesi, gioielli e compagnia di Dario Cecchini, titolare della macelleria di Panzano, frazione a due passi da Greve in Chianti, campagna della provincia fiorentina. Erano, perché sono stati uccisi dai bocconi avvelenati. Fine simile di tanti altri cani a Panzano come in tutto il Chianti, come in Val di Chiana, come intorno a Fiesole. "Ormai e' diventato un terrore per tutti - racconta Cecchini - e nessuno dice niente, nessuno parla. C'e' paura, ma soprattutto c'e' omerta' nelle campagne. Un silenzio che protegge chi dissemina i nostri boschi di polpette avvelenate e aiuta ad uccidere i nostri animali. E allora io lancio un appello: denunciamo quello che sappiamo, parliamo". Per la Toscana non e' una novita', ma una cattiva abitudine. "Conosco molte persone - continua Cecchini - che hanno subėto quel che ho subėto io. Credetemi e' terribile, per me Spago e Teo erano una compagnia, presenze necessarie della mia vita. E se penso a come li ho perduti...".
Cecchini cerca di smuovere le acque sognando di cancellare l' uso di abbandonare bocconi di carne farciti di stricnina nelle campagne. Ma chi sono gli attentatori? Sono soltanto cacciatori? "Non lo so - risponde Cecchini - di certo venti, trent'anni fa gia' si usava lasciare polpette avvelenate in campagna, ma con una logica. Serviva per difendersi da volpi e faine. Si nascondevano di sera, si avvisavano i vicini dei casolari e al mattino dopo si facevano sparire le polpette rimaste in terra. Adesso e' diverso, tutto e' diventato piu' pericoloso, senza controlli: alcuni cacciatori nascondono i bocconi per difendere dalle volpi i fagiani e le lepri liberate per ripopolare la zona in vista della caccia. Solo che gettano le polpette dappertutto, senza regole, senza dir niente a nessuno. E cosė di mezzo ci finiscono anche poveri cani come i miei. In questo modo non possiamo piu' andare avanti, dobbiamo fare qualcosa".
Nei mesi scorsi, l'allarme era scattato sulle colline intorno a Firenze, a Fiesole. Molti i cani trovati morti nelle campagne: tutti uccisi da polpette alla stricnina nascoste sotto alberi, vicino a cespugli. Sotto accusa, anche in questo caso, i cacciatori, numerosi in Toscana come in poche altre regioni italiane. Finora pero' mai nessuno e' stato identificato e denunciato da carabinieri e polizia.


Marzo 1999