
Martedi' 30 marzo 1999
Scatta l'emergenza sanitaria,
il governo invia una task force.
I piccoli volatili sospettati di diffondere la rabbia
Invasione di
pipistrelli, incubo in Peru'
Villaggio assediato, tre morti tra la gente:
anche una bambina tra le vittime
LIMA - Un intero paese invaso
dai pipistrelli. Un incubo che sembra uscito da un romanzo horror ma che nel cuore del
Peru' sta assumendo i contorni di un'emergenza sanitaria vera e propria. I piccoli
mammiferi volanti - si tratta di alcune sottospecie presenti solo in queste zone -
potrebbero infatti trasmettere la rabbia, malattia che non curata porta alla morte.
L'allarme e' stato lanciato dallo stesso ministro della Sanita' peruviano, Carlos de
Romana García, durante un convegno a Lima sulla situazione sanitaria del Paese andino.
Tutto nasce da un fatto di cronaca recente. In un piccolo villaggio sulle Ande di nome
Cayapacho, nel dipartimento di Andahuaylas, circa quindici giorni fa c'e' stata una
invasione notturna di pipistrelli, che sono entrati nelle case di pietra e fango dei
contadini, mordendo decine di persone, tra cui molti bambini. Il medico accorso nel
piccolo pueblo, soltanto qualche giorno dopo, ha capito la gravita' della situazione e
fatto vaccinare gli abitanti del villaggio contro la rabbia. Così si sono salvati in
molti, ma non tutti. Un'intera famiglia e' stata sterminata dal virus, dopo un periodo di
incubazione molto rapido (di solito varia da venti a settanta giorni), forti febbri e
infine la paralisi cardiocircolatoria che porta alla morte. Orrendi morsi su tutto il
corpo non hanno lasciato scampo a Vicente Chipau Velasquez, di 62 anni, alla moglie
Dionisia Huaman Chavez di 45 anni e alla loro bambina Soledad, di 11 anni. Un'altra
piccola sta lottando contro la morte nell'ospedale di Andahuaylas, ma la situazione appare
gravissima.
«Finora abbiamo la conferma che le persone morse sono state sedici. Tutti sono stati
vaccinati contro la rabbia - ha spiegato il ministro García -. Tre persone sono morte, ma
la maggior parte sono fuori pericolo». Il governo peruviano ha quindi mandato una task
force nel piccolo villaggio per capire come sia potuta succedere la tragedia e,
soprattutto, per scoprire che tipo di pipistrello sta alla base della strage. I medici
sono partiti insieme ad esperti dell'Oms (Organizzazione mondiale per la sanita'), insieme
ad un gruppo di «cacciatori», con l'obiettivo di abbattere gli animali. Il sospetto e'
che si tratti di una rara sottospecie di chirotteri, piu' comunemente chiamati vampiri,
che trasmettono la malattia mordendo prima gli animali e poi l'uomo. Tutta la popolazione
del villaggio, e di quelli vicini, e' stata intanto vaccinata contro la rabbia per evitare
che la malattia si diffonda anche attraverso gli animali piu' tradizionalmente portatori
del virus, come i cani.
L'epidemia di rabbia in Peru' e' anche legata al rapido peggioramento delle condizioni
sanitarie in alcune regioni del Paese andino, dovuto a sua volta all'aumento della
miseria. Perfino a Lima e' stato segnalato un ritorno della rabbia canina, così
come un caso di morte c'e' stato a Chiclayo, dove un contadino e' morto per il morso di
una volpe.
Rocco Cotroneo
L'ETOLOGO
Mainardi: ma in Italia non esistono
pericoli
MILANO - «Per noi non c'e'
nessun pericolo. L'etologo Danilo Mainardi tranquillizza gli italiani. «Primo, i nostri
pipistrelli sono tutti completamente innocui - spiega il professore -. E probabilmente
neppure quelli peruviani avrebbero attaccato l'uomo se non fossero stati ammalati. Ma la
rabbia, che quegli animali avrebbero propagato, in Italia e' stata debellata gia' da
tempo. E non soltanto quella canina - continua Mainardi -. Ma anche quella silvestre di
cui erano vettori molti animali, tra cui i pipistrelli e, in modo particolare, le volpi,
che sono state tutte vaccinate, facendo mangiare loro dei bocconi contenenti il vaccino».
Anche i nostri pipistrelli potrebbero essere vettori della rabbia? «Solo teoricamente:
se, cioe', il vaccino trovato in natura non avesse debellato questa malattia infettiva. Ma
oggi possiamo stare tranquilli: i nostri piccoli mammiferi della notte, per tanto tempo
ritenuti portatori di sventure, non rappresentano piu' alcun pericolo per l'uomo».
Marzo 1999


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