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Mercoledi' 5 maggio 1999

PRENDI & PAPPA
Nel giro di pochi anni sono scomparsi quasi
tutti i pennuti: se li mangiano gli immigrati
E nel “laghetto” e' caccia grossa alle povere papere

di CLAUDIO MARINCOLA

ROMA _ Sull'acqua scura galleggia qua e la' qualche penna disegnando strane traiettorie. E’ quel che resta di una scena di caccia in pieno Eur. Da qualche tempo i pennuti che sguazzavano in prossimita' delle sponde del laghetto sono scomparsi. Pennuti figli di un dio minore visto che mai, ne' la Lipu ne' chicchesia, ha mai lanciato un allarme per tutelarne l'esistenza. E l’Ente Eur? «Noi non provvediamo piu' al ripopolamento delle papere nel laghetto», rispondono dall’ufficio del responsabile tecnico Giuseppe Santini. E aggiungono: «D’altronde non spetta a noi effettuare controlli».
Oche e papere sono divenute preda di extracomunitari, soprattutto di polacchi. Tempo fa la polizia, che pure e' sempre vigile in questa zona, indago' sulle "scomparse", un fenomeno che ha portato nel giro di pochi anni quasi all'estinzione degli animali. Un fenomeno tanto poco naturale da indurre la polizia a mettersi in cerca dei responsabili. S'indago' a 360 gradi immaginando trame che sembrano strappate alla sceneggiatura di un fumetto di "Topolino", un'improvvisa e inspiegabile calamita' che ha portato alla decimazione la paperopoli dell'Eur. Le tracce portarono all'abitazione di un immigrato, ma al momento della perquisizione furono trovate soltanto penne. E non bisogna scomodare la giurisprudenza per dire che un indizio, così volatile, non pote' costituire una prova. «A mettere le papere nel laghetto tanti anni fa - racconta Claudio Schermi, che da oltre 15 anni guida il Mariner Canoa club - fu l'Ente Eur. Ma e' possibile che nel tempo ad incrementare la specie abbiano contribuito anche gli abitanti del quartiere. Un tempo vi erano anche due cigni bellissimi, seppure molto aggressivi. E noi abbiamo convissuto per anni con questi simpatici pennuti che ora sono diventati rarissimi. Sì perche' risulta anche a noi che da qualche tempo in questo laghetto si sia aperta una crudele caccia alle papere».
Il circolo canoistico, un centro di avviamento sportivo del Coni sotto la cui bandiera militano le pagaie dell'unica squadra romana di canoa-polo in serie A, e' interessato non soltanto allo stato di salute della fauna ma anche alla pulizia delle acque. «Qualcuno non ci credera' ma queste acque sono pulite - spiega il presidente - basterebbe eliminare le alghe per riportarle alla limpidezza di un tempo». Ma una conferma che il laghetto e' diventato un territorio di caccia viene anche dal bar-chalet che da anni offre un ristoro a chi passeggia intorno al laghetto. Lo chalet e' una struttura in legno, completamente restaurata, dove quando c'e' cattivo tempo le ultime papere sopravvissute, circa una decina, trovano riparo. Sia dalla pioggia che dai predatori che per agire aspettano la notte.
Il laghetto che si estende da un lato e l'altro dell'Eur ed e' costeggiato da due fermate della metropolitana non si presta solo a questa assurda caccia ai pennuti. Due o tre volte l'anno in media la Federazione italiana pesca organizza delle vere e proprie gare, così come fa la Cart fishing, composta soprattutto da carabinieri. E in quelle occasioni vengono ripopolate le acque. Ma in agguato c’e' una banda di giovani pescatori di frodo. Qualche giorno fa due ragazzini sono stati fermati da un poliziotto in borghese mentre tentavano di rivendere una grossa carpa di circa due chili a un venditore ambulante, uno dei tanti che la domenica espongono mercanzie per venderle sulla stradina che circonda lo specchio d'acqua. «Per un pesce così ci chiedono ventimila lire - confessa un commerciante asiatico - ma poi si tratta sul prezzo...». Ma non e' che questi pesci d'acqua dolce finiscono in vendita sulle bancarelle dei mercati cittadini. «Macche' - e' la riposta, leggermente stizzita dell’ambulante - ce lo cuciniamo e lo mangiamo noi. Basta un po' di cipolla, olio e spezie. Una leccornia, davvero...».

maggio 1999