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Venerdi' 7 maggio 1999

Un furetto al guinzaglio per sentirsi alla moda
Milano, il bilancio della piu' grande fiera del settore: crescono gli animali domestici, richieste specie strane

di CARLO BRAMBILLA

MILANO - Sembra un simpatico comunissimo bastardino bianco e nero. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze. Shonik, il border collie di 9 anni di proprieta' dell'istruttore cinofilo Massimo Perla, quello che ha addestrato anche Lulu', il labrador di D'Alema, e' la star canina del momento. Almeno da quando e' protagonista della fortunata campagna pubblicitaria di Infostrada. Al suo passaggio, nei saloni della Fiera di Milano, dove si tiene in questi giorni "Zoo Mark International", il piu' importante appuntamento biennale per le aziende che si occupano di tutto quello che riguarda gli animali da compagnia, viene continuamente riconosciuto. Poco ci manca che gli chiedano un autografo. Ma per vederlo esibirsi bisogna andare al grande stand del Gruppo Bayer, che furbescamente se lo e' accapparrato come testimonial.
Il business che gira intorno al mondo dei cani, gatti, uccellini, pesci d'acquario, conigli, e che si spinge fino a iguana, tarantole, furetti e porcellini nani da portare in giro al guinzaglio, e' di tutto rispetto. E in continua crescita. La scelta del testimonial giusto per vendere collari antiparassitari o prodotti per la lucentezza del pelo puo' essere decisiva. Spiega Adolfo Somigliana, organizzatore del Salone: "Il fatturato complessivo del settore animali da compagnia e' stato alla fine del '98 di 3.279 miliardi l'anno. Nel '90 era della meta', 1650 miliardi. Cresce il numero di animali che gli italiani tengono in casa. Se consideriamo anche i pesci ornamentali, in grande aumento, arriviamo a 56 milioni e 350 mila. Praticamente un animale per abitante (6 milioni e 250 mila sono i cani, 7 milioni i gatti, 13 milioni gli uccelli). Ma crescono soprattutto, in maniera incredibile, le spese per veterinari, cure, alimentazione e gadget di ogni genere.
Quelli che una volta chiamavamo animali domestici, sono saliti di rango. Fanno parte, a pieno titolo, della famiglia. E come tali vengono trattati". Cure mediche sempre piu' sofisticate per animali antropomorfizzati all'eccesso. Sulla scia di una moda statunitense cominciano a comparire anche da noi i primi "psicologi" per cani, che si occupano di curare nevrosi e depressioni varie ereditate dal padrone. Spiega il veterinario Ettore Delle Carri, dell'Universita' di Milano, da anni particolarmente attento alla componente psicologica del cane: "Il cane e' una carta assorbente che fa proprie le nevrosi del padrone. Per aiutare il nostro amico a quattro zampe in difficolta', spaventato o aggressivo, puo' essere utile in qualche caso utilizzare anche degli psicofarmaci. Purche' alla cura farmacologica si affianchi una sorta di psicoterapia rivolta soprattutto al padrone. La chiave di volta e' la terapia del buon umore. Si deve cercare non di modificare il carattere del cane, ma di capire i suoi problemi e rivalutare le sue caratteristiche".

Maggio 1999