
Venerdi' 14 maggio 1999
Costretto alla sedia a rotelle,
si muoveva solo in groppa alla sua puledra. Guidi: «Vittoria della stupidita'»
Gli tolgono il cavallo, giovane
disabile si lascia morire
POTENZA - E' morto di crepacuore a 31 anni.
A lui, disabile a cui la vita non aveva regalato nulla, la burocrazia aveva avuto il
coraggio di «rubare» il suo unico compagno: la cavalla Rondella. Fausto C. aveva
spiegato a tutti che quell'animale era tutta la sua vita, un compagno di giochi, un amico
in groppa al quale poteva muoversi per inseguire i sogni e dimenticare di essere costretto
a vivere su una sedia a rotelle. Nessuno lo ha ascoltato. Un mese fa Rondella e' stata
allontanata per motivi igienici dalla stalla, un locale attiguo all'abitazione del giovane
disabile, a Vaglio Basilicata, nel Potentino. Fausto aveva provato a protestare, a far
sentire le sue ragioni, ma era stato tutto inutile. Ieri pomeriggio e' morto nel suo
piccolo appartamento, stretto tra le braccia dei genitori contadini e accanto ai fratelli
piu' piccoli. La sua cavalla non c'era. E' rimasta lontana, confinata in un'altra stalla
come aveva ordinato il sindaco, Rocco Cammarota, dopo che un ufficiale sanitario aveva
ritenuto inidoneo il luogo maleodorante in cui viveva l'animale. Il referto medico parla
di «decesso per crisi cardiaca», ma tutti in paese, anche i vicini di casa che avevano
chiesto l'allontanamento dell'animale, sono convinti che il giovane sia morto perche' non
giocava piu' con il suo amico quadrupede. E ne e' convinto anche l'onorevole Antonio Guidi
(Forza Italia), componente della commissione Affari sociali della Camera. L'ex ministro il
19 aprile aveva incontrato Fausto a Vaglio Basilicata e aveva trovato il giovane in uno
«stato depressivo molto pericoloso». Ora il deputato parla di «vittoria della
stupidita'». «Avevo previsto - dice -, e qualcuno aveva ironizzato, che l'allontanamento
dell'unico sostegno morale e psicologico di Fausto avrebbe potuto portare conseguenze
irrimediabili all'equilibrio psicofisico del ragazzo. E' davvero atroce constatare che una
presa di posizione piu' flessibile e piu' umana della burocrazia forse non gli avrebbe
allungato la vita, ma sicuramente, questa, sarebbe stata per lui piu' serena».
Roberto Buonavoglia
Maggio
1999


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