Venerdi' 21 maggio 1999

Mercato dei voti per uccidere le balene
Il Giappone tenta di abolire il divieto di caccia nell'Antartico comprando alleati «a suon di dollari»

MILANO - La prossima settimana migliaia di bambini americani in gita scolastica saluteranno l'arrivo delle balene nel Nord Atlantico, dopo averne seguito la migrazione durante l'anno su Internet. Negli stessi istanti, in un centro congressi dell'isola caraibica di Grenada, i delegati di 40 Paesi decideranno se abolire il «santuario» dell'Oceano Antartico, e quindi se dare il via a nuove uccisioni. La passione per i mammiferi piu' grandi del mondo e' in crescita, il «whale watching» (l'osservazione delle balene) e' un'attivita' di moda. Ma i Paesi tradizionalmente cacciatori di cetacei non sono piu' disposti a rispettare i limiti. E nella 51ª riunione della Commissione internazionale sulla caccia alle balene (Iwc - International Whaling Commission), dal 24 al 28 maggio, si decidera' il futuro della specie.
La caccia a fini commerciali delle balene e' al bando dal 1986, l'Oceano Antartico e' stato dichiarato «santuario» nel 1994: due mosse per cercare di limitare una strage che, secondo le stime degli ambientalisti, ha visto in questo secolo un milione e mezzo di esemplari uccisi. Ma la Norvegia ha fatto obiezione alla moratoria e quindi ha ripreso la baleneria, mentre il Giappone non riconosce il santuario e caccia i cetacei nell'Antartide evocando ragioni «scientifiche». Anche se il frutto delle spedizioni sono i prelibati sashimi di balena venduti nei ristoranti di Tokyo. Il risultato e' che quest'anno la Norvegia ha gia' dichiarato che uccidera' 753 esemplari, e il Giappone 540. In piu', le norme internazionali permettono la caccia «di sussistenza» in alcune zone da sempre legate alla baleneria: Groenlandia, Siberia, St. Vincent e Grenadine (nei Caraibi), Alaska. Martedì scorso, anche la tribu' di indiani americani dei Makah ha deciso, dopo 79 anni, di riprendere l'«attivita' dei padri» uccidendo una balena nelle acque del Pacifico, al largo dello Stato di Washington. 
L'offensiva dei balenieri e' condotta con ogni mezzo. E gli ambientalisti del Wwf denunciano le manovre del Giappone in vista dell'incontro di Grenada: il Paese asiatico sta fornendo milioni di dollari ai piccoli Stati dei Caraibi, in cambio del loro appoggio quando si trattera' di discutere l'abolizione del santuario nell'Antartico. 
Sempre a colpi di miliardi, il Giappone sta tentando di fare entrare all'ultimo minuto nella Commissione Giamaica e Marocco, con l'intenzione di assicurarsi due voti in piu'. «I delegati dei Caraibi dovranno decidere se seguire i desideri dell'opinione pubblica o continuare a sostenere senza riserve l'industria baleniera del Giappone - dice Cassandra Philips, responsabile internazionale del Wwf sulla caccia ai cetacei -. Il futuro delle balene e' nelle mani di Grenada, Antigua e Barbuda, Dominica, St. Lucia, St. Vincent e Grenadine».  La minaccia all'immensa area protetta dell'Antartico arriva proprio quando nel Mediterraneo, dopo dieci anni di trattative, la creazione di un santuario delle balene appare ormai sicura. «Italia e Principato di Monaco sono gia' pronte, la Francia deve solo definire piccole questioni interne: entro l'estate, in un vertice a Parigi, 100 mila chilometri quadrati tra coste provenzali, Toscana, Liguria e Sardegna saranno dichiarati "sicuri" - dice Giuseppe Notarbartolo di Sciarra, promotore del progetto nel Mediterraneo e delegato italiano all'incontro di Grenada -. Ma certo, il santuario dell'Antartico e' fondamentale per il destino delle balene. Per questo il Giappone trovera' l'opposizione decisa di Stati Uniti ed Europa. Italia compresa».

Stefano Montefiori

Maggio 1999