
Lunedi' 24 maggio 1999
Scettici i colleghi scozzesi
Corea, gli scienziati pronti a clonare le
tigri in estinzione
Specie a rischio quella dell'Amur.
Le cellule fecondate in esemplari del Bengala
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA - Dalla pecora Dolly alla
tigre siberiana: la clonazione compiuta a Edimburgo sara' forse ripetuta per salvare una
specie in via d'estinzione. Scienziati dell'Universita' Nazionale di Seul, nella Corea del
Sud, vogliono infatti replicare, tramite la clonazione, esemplari della tigre dell'Amur,
comunemente detta siberiana, che sta scomparendo: benche' sia un simbolo della Corea,
tanto da essere stata scelta come mascotte ufficiale alle Olimpiadi di Seul del 1988, e'
ormai introvabile in Corea e sopravvive in soli 350 esemplari nelle zone di frontiera
della Cina e della Russia. Ma il progetto, secondo gli scienziati di Edimburgo, e'
difficilissimo: «Noi usammo 270 ovuli per creare Dolly, a Seul dovranno fare molto di
meglio», ha detto Harry Griffin, del Roslin Institute, al Sunday Times. Il
progetto coreano e' audace, ma sconcertante. Se i timori sul perverso uso della clonazione
sono stati superati dalle opinioni pubbliche, perche' il procedimento potra' aiutare a
vincere mali terribili come il morbo di Parkinson, cio' che si studia a Seul e' diverso:
la creazione di animali clonati per rimediare ai danni inflitti dall'uomo all'ambiente.
«Se tigri clonate venissero introdotte in Corea, probabilmente seguirebbero la stessa
sorte di quelle che sono scomparse», ha detto Paul Toyne, del Wwf, il World Wildlife Fund
for Nature. Piuttosto, suggerisce, conviene creare zone di protezione dove la tigre
siberiana possa sopravvivere. E in Corea scienziati dell'Universita' Kyung Lee hanno detto
di avere clonato un embrione umano, subito distrutto, benche' la comunita' scientifica
nutra molti dubbi.
Pero' Woo Suk Hwang, lo scienziato dell'Universita' di Seul che guida il progetto, vanta
gia' un successo: ha creato la prima mucca clonata da una cellula d'embrione. Mentre altri
studiosi coreani, in gara con quelli di Edimburgo, lavorano sui maiali. Hwang, nel caso
della tigre, vuole estrarre il nucleo da una cellula che contenga il patrimonio genetico
dell'animale, da inserire in un ovulo che sviluppi un feto, da impiantare infine in una
tigre che funga da «madre surrogata». Tale «madre a prestito» dovrebbe essere una
tigre del Bengala, così simile a quella siberiana da poter portare a termine la
gravidanza.
Un secolo fa, sopravvivevano ancora otto sub-specie di tigri, tre delle quali, come quella
della Tasmania, sono oggi estinte. Le speranze della tigre dell'Amur, minacciata non solo
dalla distruzione del suo habitat ma anche dai cacciatori che ne cercano le ossa per
preparare un trazionale medicamento cinese, sono quindi affidate alla «cugina» del
Bengala, che sopravvive in quattromila esemplari e s'e' così rivelata la piu' resistente
della famiglia. Ma la battaglia per difendere le ultime tigri esistenti, che ha impegnato
personalita' come la top model Helena Christensen e l'attrice Ali McGraw, si combatteva
finora in maniera tradizionale: pressioni sui governi perche' difendano l'ambiente. Il
progetto di Seul, invece, rovescia i termini del problema: se un animale s'estingue, lo si
fabbrica in laboratorio.
Secondo Samgho Roh, un biologo che lavora con Hwang, questa e' la via giusta: «Se quasi
tutte le tigri siberiane dovessero estinguersi, potremmo prelevare diverse cellule da un
solo esemplare sopravvissuto e così usare un unico materiale genetico per creare i suoi
discendenti». Progetto ai confini della fantascienza, ma forse non irreale: in Corea si
starebbe studiando anche la clonazione dei cavalli da corsa. Il purosangue clonato, certo,
sarebbe l'applicazione piu' stolta di una grande scoperta scientifica.
Alessio Altichieri
Maggio
1999


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