Lunedi' 14 giugno 1999

LA STORIA / Florida: l'uomo e' stato condannato a pagare una multa
da 70 milioni di lire. I due cetacei erano della Marina Usa

L'istruttore di Flipper libera i delfini, ma loro tornano a casa
Buck e Luther vivevano in cattivita' da dieci anni.
Nell'oceano hanno resistito solamente pochi giorni

DAL NOSTRO INVIATO

NEW YORK - Un brutto giorno l'allenatore Ric O' Barry si guardo' allo specchio, e non si piacque per nulla. Aveva passato tutta la vita insegnando ai delfini della Florida come si fanno le piroette negli acquari. Ed era perfino diventato famoso per questo, con la serie tv di Flipper, che aveva fatto impazzire i bambini d'America e d'Europa. Ma proprio quello fu il punto di rottura.
Nel '93, O' Barry racconto' che Kathy, uno dei delfini che interpretavano Flipper, strappato dalla madre per imparare i volteggi in piscina, si rattristo' così tanto da lasciarsi morire di fame. La favola era in realta' una storiaccia di prigionìa e di sofferenza. Così Ric decise di mandare tutti al diavolo: anche se stesso. Il Ric che ricompare tre anni dopo, infatti, e' un'altra persona. Fa l'attivista per i diritti degli animali. Sì, l'allenatore ha deciso di trasformarsi nel liberatore, il Liberatore di delfini. E così una mattina del 23 maggio '96 ritroviamo Ric il Liberatore assieme al suo compagno d'avventura Lloyd Good III, un riccone di buon cuore, la cui famiglia e' padrona della zona che ospita il parco acquatico di Sugarloaf. Sono in barca. E accompagnano due amici, i delfini Buck e Luther, a ritrovare la vita fuori dall'acquario dopo quasi dieci anni di cattivita'. A sei miglia dalla costa di Key West, a Sud-Ovest di Miami, non si vede anima o vela. Solo i gabbiani possono sentire quei due umani stralunati che urlano alle onde: «Dai, adesso andate, siete liberi!». Buck e Luther hanno davanti l'immensita' del Golfo del Messico e ubbidiscono come hanno sempre fatto, come in un gioco o una sceneggiatura tv. Il seguito lo racconta il mare, e non c'e' lieto fine. Luther vaga per un giorno appena, finche' si infila in un porticciolo di Key West. Ha il corpo pieno di graffi, s'avvicina ai bagnanti per elemosinare cibo. Buck ha piu' cuore, taglia le onde per due settimane. Ma lo trovano a quaranta miglia da lì, smagrito, ferito dall'elica di qualche motoscafo che, chissa', magari aveva scambiato per un cetaceo in libera uscita come lui.
Il Liberatore ha fallito, i suoi amici lo beffano e tornano indietro, perche' non sono abituati alla liberta'. Interviene l'agenzia federale Noaa, che ha giurisdizione sui mammiferi marini. Così Buch viene trasferito in un centro di ricerca sui delfini a Grass Key. Luther viene spedito in una riserva in California, assieme a Jake, il terzo delfino del parco acquatico di Sugarloaf, pure lui deportato per precauzione. E non finisce qui, perche' Buck e Luther appartengono al Dipartimento, sono delfini di Stato, insomma, inseriti in un programma della Marina per addestrare i mammiferi intelligenti al lavoro militare. La loro fuga e' un reato gravissimo, manco avessero disertato da un plotone di berretti verdi. E le pagine della fiaba diventano scartoffie processuali. Perche' e' vero che il parco acquatico e' nato proprio con l'intento di riabituare i delfini alla vita in mare aperto, ma per schiudere una gabbia ci vogliono bolli, permessi e autorizzazioni varie che, come sempre, tardano ad arrivare. E naturalmente Ric il Liberatore non aveva avvisato ne' aspettato nessuno per riportare Buck e Luther tra le onde del Golfo: «Non mi servono permessi per rimettere un delfino nelle acque dove e' nato», aveva detto. La storia si e' conclusa giovedì, con una sentenza del giudice civile Peter Fitzpatrick.
Ric e Lloyd, accusati di avere esposto i delfini a rischi mortali, sono stati condannati al massimo della pena: 40.000 dollari di multa (oltre 70 milioni di lire). Anche il parco acquatico, che nel frattempo ha chiuso i battenti, dovra' pagare: 19.500 dollari. Jake, il terzo delfino deportato per precauzione, e' morto. In un acquario.

Goffredo Buccini .

Giugno 1999