
Domenica 27 giugno 1999
La Corte dappello di Roma ha
inflitto 20 giorni di carcere (tramutati in multa) a Severino Perotti
Daini, cacciatore condannato
Il bracconiere sorpreso dalla Forestale a preparare
trappole
di FORTUNATO CARIDI
RIETI _ E stato condannato a 20 giorni
di arresto e un milione di multa, pena convertibile in unammenda di due milioni e
mezzo, Severino Perotti, 50 anni, cacciatore di Amatrice. A deciderlo e' stata la Corte
dAppello di Roma, dove si e' tenuto il processo per caccia di frodo, nei confronti
del cacciatore reatino sorpreso dalla Guardia forestale nellaprile del 96
mentre predisponeva dei lacci per catturare animali quali cervi, daini e cinghiali nei
pressi del Parco Monti della Laga. Gli uomini della Forestale da alcuni giorni erano in
allarme per dei fenomeni di bracconaggio. Erano stati trovati dei lacci, dei resti di
animali uccisi e quel giorno fu sorspreso Severino Perotti. Luomo fu denunciato, ci
fu il primo processo a Rieti e il pretore lo aveva condannato per la stessa pena. Ora
tramite i suoi legali, avvocato Pietro Carotti e Gianluca Graziani, e' stato presentato
appello contro la sentenza di condanna chiedendo lassoluzione del cacciatore.
Secondo gli avvocati difensori, infatti, luomo non era stato visto posare e
preparare le trappole e, quando il cacciatore fu sorpreso accanto a una di esse, si
attivo' per far trovare agli uomini della Forestale tutte le altre trappole che erano
state nascoste nella zona. Insomma avrebbe tenuto un comportamento di piena
collaborazione, insolito per un bracconiere. Ma i giudici romani sono stati di parere
opposto a quello dei legali reatini ed hanno confermato la precedente sentenza di condanna
gravandola di ulteriori spese legali. Per sua scelta inoltre Severino Perotti ha
rinunciato alla sospensione condizionale della pena e cosė finira' per pagare i due
milioni e mezzo per lammenda. Sommando a questa cifra tutte le altre spese per i due
processi e per gli avvocati, quella giornata di caccia e' costata al cacciatore reatino
una decina di milioni. E per non prendere nulla, tornando a casa non solo con il carniere
vuoto ma anche con il portafoglio vuoto. Certamente unaltra volta invece di pensare
ai lacci per prendere animali scappati dal parco, il cacciatore di Amatrice fara' una
visitina al macellaio di fiducia. Spendera' di meno, evitera' anni di processi e
sicuramente portera' a casa qualche chilo di carne. Sembra invece che la pratica di
ricorrere ai lacci per imprigionare le bestie scappate dal parco, sia piuttosto diffusa;
sarebbero stati trovati dei passaggi molto usati dalle bestie. Ed alcuni cacciatori di
pochi scrupoli ne' approfittano.
Giugno
1999


|