Venerdi' 2 luglio 1999

Manifestazione in maschera a Roma. «Ogni anno 150 mila morti»
Animali, scene d’abbandono
Un record a giugno, sono stati diecimila i casi
Un appello: portate con voi i vostri cani e gatti

MILANO _ «Non abbandonateli, portateli in vacanza». Con questo slogan gli Animalisti italiani (attivisti legati all’associazione internazionale Peta) hanno manifestato ieri a Roma davanti al canile comunale per denunciare le ingiustizie subite da cani e gatti. Con l’avvicinarsi dell’estate, il fenomeno dell’abbandono aumenta regolarmente. Nel solo mese di giugno sono stati «dimenticati» 10 mila animali, tra cani e gatti, con un aumento del 10% rispetto al giugno 1998. In Italia, i cani randagi sono piu' di 650 mila. Ogni anno circa 120 mila gatti e 80 mila cani vengono lasciati dai padroni sul ciglio di una strada, in aperta campagna, nei cassonetti dell’immondizia o davanti ai canili. «Di questi 200 mila animali - spiega Walter Caporale, responsabile dell’associazione - oltre 150 mila muoiono prematuramente, mentre gli altri 50 mila finiscono nei canili, nei laboratori di vivisezione o vengono rapiti per far allenare i cani da combattimento».
Nel corso della manifestazione, otto volontari, travestiti e mascherati da animali insanguinati e moribondi, hanno voluto dimostrare, chiudendosi in gabbie e bare, quale sia la sorte dei cani e dei gatti abbandonati: «Morte sull’asfalto, vivisezione, sofferenza e soppressione nei canili». 
Alla manifestazione e' intervenuta anche Annamaria Procacci, parlamentare dei Verdi, che ha spiegato quali siano le richieste concrete degli Animalisti italiani. In Italia c'e' una legge quadro, la 281 del 1991, sulla tutela degli animali. La legge abolisce la soppressione di cani e gatti, tranne nei casi di rabbia o di particolare aggressivita', e ha messo il nostro Paese all’avanguardia nella protezione degli animali. Ma e' applicata, per così dire, a macchia di leopardo. Ci sono i casi modello: il Comune di Trieste ha deciso di dare un contributo vitalizio mensile di 100 mila lire a chiunque adotti un cane adulto. A Matera e' stato invece istituito il «cane di quartiere», tatuato dal Comune e accudito dagli abitanti. La maggior parte dei Comuni italiani, pero', in particolare nel Sud, non applica la legge. Proprio per questo, gli Animalisti italiani rivolgono un appello all’Anci (l’Associazione nazionale comuni italiani) affinche' richiami i sindaci al rispetto delle leggi, con particolare attenzione alle «soppressioni facili», alle cure negate, ai canili fatiscenti. «Le ordinanze dei sindaci - spiega Annamaria Procacci - dovrebbero educare anche i cittadini piu' intolleranti al rispetto per cani e gatti».  La campagna degli Animalisti italiani proseguira' per tutta l’estate: nei prossimi mesi sono previste altre manifestazioni nelle maggiori citta' italiane.

Luglio 1999