
Mercoledi' 7 luglio 1999
Alcuni ricercatori demolirebbero la consolidata immagine
di animali mansueti
«Delfini crudeli e assassini»
Studio Usa: uccidono i piccoli e non sono
amici dell'uomo
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - Chi non ama i
delfini, i sorridenti amici marini dell'uomo? Dall'alba della storia, sono protagonisti di
favole di salvataggi di naufraghi, di prove d'intelligenza quasi umana, di un linguaggio
animale articolato, di episodi ora divertenti ora edificanti. Alcuni li ritengono capaci
di sentimenti come l'umorismo e la bonta', altri di un sesto senso o di preveggenza.
Persino la Cia, il servizio segreto americano, crede che abbiano qualita' eccezionali:
anni fa, li addestro' allo spionaggio. In America si potrebbe parlare di «delfinomania»:
milioni di bambini crescono nel culto di Flipper, l'eroe aquatico dello scenaggiato tv; e'
di moda fare il bagno coi delfini non solo in piscina ma anche in mare aperto; e molti
seguaci della New Age propongono abluzioni religiose con loro, un balsamo per lo spirito.
Ma sono, in parte, solo favole. Lo dimostrano i primi studi scientifici del loro
comportamento. I delfini, i maschi in particolare, non sono pacifici mammiferi, bensì dei
killers e infanticidi. Uccidono non per procurarsi cibo, come quasi tutti gli altri
animali, ma per sesso o crudelta'. Le loro vittime abituali sono i piccoli, a cui la madre
si dedica per anni e in cui vedono temibili rivali perche' sottraggono loro le femmine; e
le focene, che somigliano loro per forma e dimensioni. Talora i delfini attaccano anche
l'uomo. Trevor Spradlin, dei Servizi marini del ministero del Commercio, ha dichiarato al New
York Times che in America negli ultimi mesi «hanno morso o ferito decine di bagnanti:
attribuiamo loro un'immagine benigna, ma e' un errore, non e' vero che vogliano sempre
giocare, possono esser violenti, ci vuole prudenza».
Il giornale ha dedicato una pagina «al lato oscuro» dei delfini. «Non sono così
simpatici come sembrano, la loro reputazione va riesaminata - ha scritto -. I benevoli
guardiani del mare di Aristotele e l'iconografia della New Age sono finzioni». Non e'
vero, a esempio, che proteggano i nuotatori dagli squali, ha aggiunto: sono gli squali che
si tengono lontani perche' li considerano i loro nemici naturali. Il New York Times
ha citato due studi scaturiti dalla moria dei cetacei in tutto il mondo del '90, uno
condotto dalla Universita' di Aberdeen in Scozia, l'altro dal Museo delle scienze di
Virginia Beach. Identico l'esito: i ricercatori hanno scoperto che i delfini sono
infanticidi. E sospettano che le stragi di focene siano un addestramento a quelle dei loro
piccoli.
Ha raccontato il dottor Ben Wilson della Universita' di Aberdeen: «Su 105 focene trovate
morte nella baia di Moray in due anni, 42 recavano i segni inconfondibili dei denti dei
delfini. Io stesso ha assistito all'uccisione di un piccolo: per 53 minuti un maschio lo
ha sbattuto sull'acqua finche' non e' morto. E i miei collaboratori ne hanno filmate altre
due». Il movente sarebbe il sesso. Subito dopo la procreazione, la femmina rimane
sessualmente inattiva per anni, ma ritorna attiva poco dopo aver perduto il figlio. La
dottoressa Susan Barco e' arrivata alla stessa conclusione: «Nel '97, abbiamo riscontrato
8 casi di infanticidi. Sulle focene non ci pronunciamo: esse non competono con i delfini
per il cibo, ma sappiamo che ne sono terrorizzate».
Stephanie Dorezas, un altro dirigente dei Servizi marini, vorrebbe che il pubblico
affrontasse i delfini «con la cautela con cui affrontano i leoni nei safari». Depreca
che il bagno con gli imprevedibili cetacei sia ormai uno sport nazionale. Soprattutto,
diffida dei seguaci della New Age, per i quali essi rappresentano «entita' spirituali».
Il monito rischia di restare inascoltato. La riprova sta nel successo di Marie Helene
Russell e di Swami Anand Budha, due ex bagnini che hanno fondato un «Centro delfini». A
quasi 3 milioni di lire a testa, i due new agers portano i turisti nelle Bahamas a nuotare
per una settimana con i «baby killers». Li invitano «a esplorare la possibilita' di
venire trasformati dall'amore e la superiore intelligenza dei delfini».
Ennio Caretto
Luglio
1999


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