
Lunedi' 19 luglio 1999
Genova: in mare i volontari
per il censimento dei cetacei nel bacino ligure-provenzale.
Una sola
segnalazione: cinque esemplari in Corsica
Seicento
barche per avvistarle, le balene si «nascondono»
Fotografati
5 delfini nelle
acque liguri. Domani i dati dell'iniziativa
DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA - La balena c'e' ma
non si vede. Non sempre, almeno. Per avvistarne una, ci vogliono
fortuna, pazienza e occhi abituati a scrutare il mare. Perche' e'
assodato che nel Mediterraneo vivono dodici specie di cetacei e
migliaia di balenotteri, ma da qui ad incontrarne una ce ne passa.
Dice Alberto Marco Gattoni,
presidente di Battibaleno e organizzatore di «Delphis», censimento
dei cetacei nelle acque del bacino corso-ligure-provenzale: «Se vai
per mare ti stai gia' avvicinando alle balene. Il fatto e' che le
balene sono imprevedibili, non e' detto che si facciano vedere».
Salvo poi decidere di stupire tutti, come il 20 luglio di due anni fa,
quando uno skipper ne trovo' una «ormeggiata» proprio di fianco alla
sua imbarcazione, all'interno del porto di Genova. Ci volle
l'intervento della Guardia costiera per convincerla ad andarsene e
aiutarla a far manovra tra le banchine. I risultati di «Delphis '99»
verranno resi noti domani, quando tutte le barche saranno ormai
rientrate dalla loro missione. E' proprio perche' si tratta di
inseguire in mare aperto creature misteriose che l'iniziativa «battezzata»
ieri riesce a far salpare una flotta di 600 imbarcazioni da tutti i
piu' importanti porti delle coste italiane e francesi. Da La Spezia a
Sanremo, da Antibes a Tolone, nell'area che gia' da oggi - se
arriveranno le firme di Francia e Principato di Monaco in calce al
testo definitivo dell'accordo proposto dall'Italia - potrebbe formare
il «santuario mediterraneo per i mammiferi marini», si sono mossi in
migliaia. E poco importa se le uniche balene avvistate ieri - una
famiglia di 5 esemplari di balenotteri - incrociavano la rotta che
conduce da Nizza a Calvi (in Corsica), in acque territoriali francesi.
Perche' a «Delphis '99» quello che conta e' partecipare, e un paio
di tursiopi e tre stenelle striate (appartenenti alla famiglia dei
delfini) che i «balenieri» italiani sono riusciti a immortalare fra
Capo Mele e Santa Margherita Ligure vanno bene lo stesso, vederli
affiorare dall'acqua e' comunque una bella soddisfazione. E sul fatto
che gli aspiranti cetologi siano qui per divertirsi non c'e' dubbio.
Basta ascoltarli mentre si preparano a mollare gli ormeggi al mattino
presto. «Beila», «Hydra», «Tangaroa», sono i nomi di alcune
delle barche impegnate nella missione. Mica barche qualunque, pero'.
La prima, comandata da Alessandro Pastorino, parte con i favori del
pronostico: e' quella che l'anno scorso fece rientro al porto con le
foto di tre balenottere intercettate al largo di Alassio, a 40 miglia
dalla costa.
Le altre due sono
addirittura decorate. Il «Tangaroa» 18 anni fa completo' il giro del
mondo in solitario. Oggi lo skipper e' Pietro Menaballi e gli otto
membri dell'equipaggio una balena l'hanno gia' vista, una volta vicino
a Varazze: «Ci accompagno' per circa un'ora - raccontano -, andava
alla nostra velocita' ma si teneva a distanza, quasi faceva tenerezza».
E «Hydra» nel 1979 taglio' per prima il traguardo dell'ultima
edizione disputata della regata «One Tone Cup». Barche importanti,
insomma. Peccato soltanto che le balene, ieri, non le avesse avvisate
nessuno.
Mario Porqueddu
Luglio
1999


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