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Martedi' 20 luglio 1999

Lugnano in Teverina, per sedare una lite tra agenti della Provincia e ”cinghialari” devono
          intervenire i carabinieri
 

I cacciatori difendono i cinghiali e attaccano le guardie

 

di SEBASTIANO PASERO
amentali per la loro riAMELIA — Dalla battuta, al cinghiale, alle battute. Pesanti. Sempre piu' caricate a pallettoni a tal punto che per dirimere una furibonda lite scoppiata tra le Guardie venatorie ed un gruppo di "cinghialari" sono intervenuti i carabinieri. Alla fine sette denunce ed il proseguio, nelle aule giudiziarie, di un braccio di ferro che va avanti da tempo. Pochi giorni fa a Lugnano in Teverina tra Guardie venatorie e cacciatori si e' sfiorato lo scontro fisico. Di sicuro una marea di parole grosse e di strilli. Talmente forti che i cinghiali se la sono data a gambe.
Una lite a ruoli invertiti: i cacciatori a difendere i cinghiali, le Guardie venatorie impegnate ad abbatterli. I cinghialari sono insorti contro una caccia selettiva che due guardie stavano effettuando nei boschi di Lugnano. Una caccia autorizzata, una delle tante che vengono organizzate per ridurre, ad attivita' venatoria chiusa, il numero dei cinghiali presenti sul territorio. Considerati troppi e troppo dannosi per l’agricoltura. Se e' vero che ogni anno nella sola provincia di Terni gli agricoltori inoltrano domande per 400 milioni di risarcimento. Ma la caccia selettiva non e' mai andata giu' ai cacciatori, che invece sostengono che in questo modo si sottraggono centinaia di capi alle battute che si effettuano a calendario venatorio aperto. A Lugnano il malumore e' esploso. Perche' le Guardie venatorie avevano appena ucciso un esemplare di cinghiale femmina. «Ma non lo vedete che questa allatta? In questo modo avete ucciso non solo la madre ma anche i cuccioli, che ora moriranno di fame». e' stato l’intervento di un cinghialaro. Quasi subito ne sono accorsi altri: «Questo cinghiale aveva quattro cuccioli, perche' la sera li vedevamo attraversare la strada. Ma che caccia selettiva d’Egitto, qui si uccidono le scrofe, non i cinghiali maschi o quelli malati».
Le Guardie venatorie in breve sono state accerchiate. Ed hanno chiamato i carabinieri. I militari hanno identificato sette cinghialari, li hanno denunciati per tentata violenza aggravata. Il presidente dell’Atc numero 3, l’organismo che raccoglie cacciatori ed ambientalisti ed affida loro la regolamentazione e la gestione del territorio e del territorio e dell’attivita' venatoria, difende la caccia selettiva: «Come cacciatori dobbiamo farci carico della salvaguardia di tutto l’ambiente. E’ un dato innegabile che 15.000 cinghiali nella nostra provincia vanno ben oltre il giusto equilibrio tra numero di animali e territorio. Ci sono danni ingenti all’agricoltura, ma anche alle altre specie animali. Quello di Lugnano e' un episodio che dimostra come tutti insieme dobbiamo ancora costruire una cultura dell’attivita' venatoria consapevole». I cinghialari non sentono ragioni: «Quando andiamo a caccia tutti questi cinghiali non li troviamo. Noi chiediamo che fine fanno i capi abbattuti nelle cacce selettive, chi se li prende, a chi vanno gli introiti. Qui si fanno le guerre per un tordo, ma poi ogni anno centinaia di cinghiali vengono abbattuti in periodi fondproduzione».

 


Luglio 1999