Via libera al santuario: verranno
vietate pesca con le spadare, gare di off-shore e sara' ridotto il
whale-watching
MILANO - Adesso i cetacei hanno una
loro casa. Grande 100.000 chilometri quadrati ed estesa dalle coste
francesi vicine a Tolone al nord della Sardegna, fino alla Toscana.
Ieri, infatti, e' stato firmato l'accordo internazionale fra Italia,
Francia e Principato di Monaco per la realizzazione di un'area
protetta per i mammiferi marini del Mediterraneo.
Dunque e' certo, il «santuario
dei cetacei» si fara'. E se e' ancora presto per dire cosa
effettivamente cambiera' per i grandi mammiferi marini che popolano le
acque del bacino corso ligure provenzale, l'accordo di ieri ha
certamente un alto valore simbolico. Anzi, a detta del presidente del
Wwf italiano Fulco Pratesi, e' proprio questo il risultato piu'
importante: «Il fatto che a tutela della ricchezza dei nostri mari
sia stata trovata un'intesa a livello internazionale fra tre Paesi
sovrani - spiega euforico - e' emblematico di come sia cambiato il
nostro rapporto con il Mediterraneo, fino a poco fa considerato un
mare inquinato e poco pescoso. La grande area che sara' protetta -
prosegue Pratesi - e' abitata da un numero di cetacei da due a quattro
volte superiore alla media mediterranea, un patrimonio eccezionale».
Gia', ma la nascita di
un santuario cosa dovrebbe cambiare? «In primo luogo verra' abolita
la pesca con le spadare (reti lunghe fino a 2 chilometri e mezzo e
profonde centinaia di metri n.d.r.) nelle quali
finivano per impigliarsi e morire soffocati delfini e altri cetacei.
Quindi, si limiteranno le gare di off-shore, verra' regolamentato il
whale-watching, che comunque secondo me aiuta a sensibilizzare le
persone educandole ad un turismo rispettoso e intelligente, e si
cerchera' anche di combattere l'inquinamento chimico e organico e
razionalizzare il traffico marittimo».
Per quanto riguarda,
infine, le «paure» della Francia - ultimo Paese a sciogliere le sue
risreve - preoccupata per le reazioni dei pescatori all'abolizione
delle spadare, Pratesi non ha dubbi: «La Francia pesca piu'
nell'Oceano Atlantico che nel Mediterraneo, e comunque l'Unione
Europea aveva gia' deciso che dall'anno prossimo le spadare sarebbero
state fuori legge». E proprio dall'Ue potrebbe arrivare una presa di
posizione ufficiale a sostegno dell'iniziativa italo-franco-monegasca:
«A settembre - ha dichiarato ieri il sottosegretario all'Ambiente
Valerio Calzolaio - l'Unione potrebbe sottoscrivere l'accordo e stiamo
pensando alla possibilita' di una gestione unitaria dell'area protetta».
Soddisfazione, insomma,
ma anche grande attenzione a non alimentare false aspettative: «Prima
di parlare di misure definitive occorre aspettare - ha ammonito il
ministro dell'Ambiente Edo Ronchi -. Ora godiamoci questo successo,
frutto dell'impegno di tutti: ministeri dei Trasporti e delle
Politiche agricole, regioni marittime, associazioni ambientaliste e
centrali cooperative della pesca. Poi vedremo quali politiche avviare».
Di certo la presenza di
animali che si situano al livello piu' alto della catena alimentare
come i cetacei, testimonia del buono stato di salute dell'intero
ecosistema mediterraneo. Le balenottere che abitano il Tirreno lo
scelgono perche' ricco di sostanze nutritive come il plancton che,
portato in superficie da correnti ascensionali («upwellings»), e'
l'ingrediente base della loro dieta.
Mario Porqueddu