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Martedi' 20 luglio 1999

 

Ieri la firma dell'accordo internazionale fra Italia, Francia e Principato di Monaco: 

100 mila chilometri quadrati di mare

 

Una casa per cetacei nel Mediterraneo

Via libera al santuario: verranno vietate pesca con le spadare, gare di off-shore e sara' ridotto il whale-watching


MILANO - Adesso i cetacei hanno una loro casa. Grande 100.000 chilometri quadrati ed estesa dalle coste francesi vicine a Tolone al nord della Sardegna, fino alla Toscana. Ieri, infatti, e' stato firmato l'accordo internazionale fra Italia, Francia e Principato di Monaco per la realizzazione di un'area protetta per i mammiferi marini del Mediterraneo.

Dunque e' certo, il «santuario dei cetacei» si fara'. E se e' ancora presto per dire cosa effettivamente cambiera' per i grandi mammiferi marini che popolano le acque del bacino corso ligure provenzale, l'accordo di ieri ha certamente un alto valore simbolico. Anzi, a detta del presidente del Wwf italiano Fulco Pratesi, e' proprio questo il risultato piu' importante: «Il fatto che a tutela della ricchezza dei nostri mari sia stata trovata un'intesa a livello internazionale fra tre Paesi sovrani - spiega euforico - e' emblematico di come sia cambiato il nostro rapporto con il Mediterraneo, fino a poco fa considerato un mare inquinato e poco pescoso. La grande area che sara' protetta - prosegue Pratesi - e' abitata da un numero di cetacei da due a quattro volte superiore alla media mediterranea, un patrimonio eccezionale».

Gia', ma la nascita di un santuario cosa dovrebbe cambiare? «In primo luogo verra' abolita la pesca con le spadare (reti lunghe fino a 2 chilometri e mezzo e profonde centinaia di metri n.d.r.) nelle quali finivano per impigliarsi e morire soffocati delfini e altri cetacei. Quindi, si limiteranno le gare di off-shore, verra' regolamentato il whale-watching, che comunque secondo me aiuta a sensibilizzare le persone educandole ad un turismo rispettoso e intelligente, e si cerchera' anche di combattere l'inquinamento chimico e organico e razionalizzare il traffico marittimo».

Per quanto riguarda, infine, le «paure» della Francia - ultimo Paese a sciogliere le sue risreve - preoccupata per le reazioni dei pescatori all'abolizione delle spadare, Pratesi non ha dubbi: «La Francia pesca piu' nell'Oceano Atlantico che nel Mediterraneo, e comunque l'Unione Europea aveva gia' deciso che dall'anno prossimo le spadare sarebbero state fuori legge». E proprio dall'Ue potrebbe arrivare una presa di posizione ufficiale a sostegno dell'iniziativa italo-franco-monegasca: «A settembre - ha dichiarato ieri il sottosegretario all'Ambiente Valerio Calzolaio - l'Unione potrebbe sottoscrivere l'accordo e stiamo pensando alla possibilita' di una gestione unitaria dell'area protetta».

Soddisfazione, insomma, ma anche grande attenzione a non alimentare false aspettative: «Prima di parlare di misure definitive occorre aspettare - ha ammonito il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi -. Ora godiamoci questo successo, frutto dell'impegno di tutti: ministeri dei Trasporti e delle Politiche agricole, regioni marittime, associazioni ambientaliste e centrali cooperative della pesca. Poi vedremo quali politiche avviare».

Di certo la presenza di animali che si situano al livello piu' alto della catena alimentare come i cetacei, testimonia del buono stato di salute dell'intero ecosistema mediterraneo. Le balenottere che abitano il Tirreno lo scelgono perche' ricco di sostanze nutritive come il plancton che, portato in superficie da correnti ascensionali («upwellings»), e' l'ingrediente base della loro dieta.

Mario Porqueddu


Luglio 1999