MILANO - Ogni estate
trentamila volpi o visoni muoiono a causa del caldo nei 66
allevamenti italiani di animali da pelliccia. La denuncia
arriva dagli animalisti della Peta, gli stessi che nel maggio
scorso tentarono un blitz (finito in una rissa ripresa da Striscia
la notizia) per liberare i visoni di un allevamento a
Castel di Sangro. «In queste settimane di grande caldo -
spiega Walter Caporale, rappresentante italiano
dell'associazione nata negli Stati Uniti nell'81 - centinaia
di migliaia di visoni, volpi, castori e cincilla' iniziano a
soffrire di vertigini, e decine di migliaia sono gia' morti».
Un dato che, a detta di Caporale, sarebbe confermato «dagli
stessi commercianti di pellicce: l'innalzarsi della
temperatura e la conseguente disidratazione costano la vita a
circa il 10% dei 300.000 esemplari tra Emilia Romagna,
Campania, Veneto e Abruzzo, le regioni dove si concentrano
piu' allevamenti». «Il problema - continua l'animalista -
riguarda il trattamento al quale sono sottoposti questi
animali, la cui aspettativa di vita e' di 7-8 mesi».
Ora la Peta
lancia anche in Italia, sull'esempio di Paesi come l'Olanda o
l'Austria, una campagna per la chiusura degli allevamenti con
l'approvazione di una legge presentata dai Verdi in Parlamento
e appoggiata da personaggi famosi: da Luciano Pavarotti a
Maurizio Costanzo, da Licia Colo' a Catherine Spaak, Lea
Massari, Maria De Filippi, Marco Columbro e Margherita Hack.
«Ormai e' una
strage annunciata», attacca il senatore dei verdi Athos de
Luca che ha presentato un'interrogazione parlamentare al
ministro dell'Ambiente e parlato della «sindrome del solleone».
«Sono soprattutto i cuccioli i colpiti dalla disidratazione»,
ha aggiunto il senatore, ricordando le condizioni «inumanitarie»
in cui si trovano gli animali, «torturati d'estate dalle
esalazioni delle feci e sottoposti d'inverno a bassissime
temperature, pioggia, grandine e neve prima di venire uccisi».
Di parere
opposto gli allevatori. Caterina Sola, di Lambrugo, in
provincia di Como, alleva visoni da trent'anni. «Animali
morti di caldo? Qui non e' mai successo», assicura. Gli
ambientalisti denunciano condizioni di vita al limite della
sopravvivenza per gli animali, con le gabbie che sembrano
graticole. «Per carita'. I miei visoni vivono in mezzo al
verde. Il caldo, la sete? Noi abbiamo provvisto l'allevamento
di abbeveratoi automatici». Ancora piu' secco Alessandro
Pizzi, allevatore in provincia di Lecco, con 40 anni di
esperienza alle spalle: «Gli ambientalisti mentono. Nei
nostri allevamenti queste cose non sono mai successe. E' solo
propaganda: loro fanno qualche blitz - polemizza - poi qui
siamo noi a entrare nelle gabbie, anche d'estate, a dar da
mangiare alle bestie».