Martedi' 27 Luglio
E nelle
acque siciliane una barriera corallina
Ecco alcuni dei possibili effetti della
tropicalizzazione
ROMA (t.s.) - Il vecchio
marlin divenne famoso grazie a Hemingway che si faceva immortalare con una
punta di orgoglio accanto a lui. Ma nei prossimi anni, magari venti,
trenta, cinquanta, cento potremo togliercelo anche noi - o magari i nostri
nipoti o bisnipoti - il gusto di posare accanto a questo enorme pesce
spada che raggiunge la lunghezza di cinque metri senza dover arrivare
molto lontano. Gia' perche' marlin o il suo cugino minore, il pesce- vela,
potrebbero sguazzare nelle nostre acque otre che in quelle dell'oceano
Atlantico.
E invece di scendere nei fondali del Mar Rosso per sfiorare un pesce
pappagallo da mezzo quintale, bastera' calarsi nelle acque siciliane.
Mediterraneo, Tropici. Con tanto di fauna, flora, barriere e tutto quello
che oggi si sogna soltanto sui depliant di un'agenzia che vende mete
lontane.
Se si chiede a un ittiologo di disegnare uno scenario del Mediterraneo
dopo il 2000 le risposte sono condite da un mucchio di "se" e di
"forse". Ma lavorando un po' d'immaginazione, e con l'aiuto del
responsabile della sede siciliana dell'Icram, Franco Andaloro, si riesce a
scattare una gustosa istantanea del Tropico nostrano.
Di certo la fauna marina sara' variopinta e vivace. "Le specie
aumenteranno e i colori dei pesci saranno sempre piu' vivaci". Cosė
possiamo ipotizzare che diminuiranno quelli grigi per dare spazio a quelli
colorati. E magari nasceranno anche piccole barriere coralline. "I
prototipi mediterranei delle barriere oggi sono fatti da vermetidi
(molluschi). D'altra parte non dobbiamo dimenticare che cinquanta milioni
di anni fa il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso erano tutt'uno e prendevano
il nome di Tetide. Un giorno, chissa', magari anche in tempi abbastanza
brevi, potremo arrivare a rivedere il Mediterraneo tropicale. Tutto cio'
avverra' in relazione al cambiamento climatico".
Ma andiamo avanti con la nostra fantaittiologia. Soltanto a nominare
qualcuno degli stravaganti abitanti dei mari tropicali c'e' da
sbizzarrirsi: il pesce Napoleone, il pesce pappagallo da mezzo quintale,
il pesce pagliaccio, il pesce chirurgo. Alcuni fanno un gran male se
incontrano qualche cittadino del mare o della terra (tra loro il tagliente
chirurgo) altri sono del tutto innocui e devono i loro nomi soltanto alle
forme e ai colori vivacissimi.
Se queste specie devono ancora iniziare il viaggio che li portera' da noi,
quelle che gia' sono arrivate da tempo e si sono insediate con successo
nei nostri mari, non potranno che aumentare. E allora le ricciole e le
triglie, che oggi gia' compaiono sulle nostre tavole, ma vengono chiamate
"bastarde" dovranno acquistare dignita' di cittadine. Il pesce
scorpione invece che ha una spina velenosa - e finora e' stato avvistato
soprattutto in Israele - potra' creare qualche problema anche in Italia.
Aumentera' la quantita' di pesci balestra, altrimenti detto pesce porco,
commestibile, persino buono e la donzella pavonina nel mar ligure
ingaggera' battaglie ancora piu' furibonde con la donzella comune. Ma non
sara' solo guerra: magari nascera' l'amore. E gli ibridi.
Luglio
1999


|