Martedi' 27 Luglio
La grande
invasione dei pesci alieni
Arrivano
le specie dei mari caldi, un bimbo morso in Toscana . Effetto tropici nel
Mediterraneo. Negli ultimi 10 anni la temperatura delle acque aumentata di
2 gradi. La ricerca dell'Icram
di TERESA SERRAO
ROMA - Brutto incontro
nelle acque di Donoratico, in Toscana, per il piccolo Leonardo. Ieri
mentre faceva il bagno ha incontrato una sorta di Ufo del mare, un pesce
serra, qualita' molto vicina a quelle tropicali. Risultato: un morso sulla
pianta del piede e sei punti di sutura. In realta' l'animale e' originario
del Mar Nero e negli ultimi tempi si e' diffuso nelle nostre acque.
e' l'effetto della cosiddetta meridionalizzazione e tropicalizzazione del
Mediterraneo. In altre parole, la temperatura delle acque sale e gli
alieni trovano le condizioni ideali per la loro esistenza.
Ci hanno messo un po' a capire che oltre il Canale di Suez c'era la loro
America. Ma da quando il primo latterino tropicale si e' avventurato, nel
1902, non si sono piu' fermati. Tra le specie in arrivo dall'Oceano
indopacifico e quelle emigranti dall'Atlantico siamo a quota 120.
Canale di Suez e stretto di Gibilterra funzionano da posti di frontiera.
Dal Mar Rosso, attraverso i fastidiosi laghi salati e via per il canale;
oppure dall' Atlantico, risalendo lo stretto. Altre volte fanno soltanto
un viaggetto: cambiano zona all'interno del Mediterraneo (e questa e' la
"meridionalizzazione").
Tempo di viaggio, pochi giorni. Spesso meno di una settimana. Alle volte
hanno nomi esotici come scorpione, pappagallo e balestra. Ma piu' spesso
sono altri tipi di pesci comuni nei nostri piatti, come triglie, cernie e
ricciole.
La ricchezza che intravedono qui in realta' si limita a qualche grado in
piu'. "La temperatura delle nostre acque aumenta in modo
continuo", spiega Attilio Rinaldi, direttore dell'Icram, l'Istituto
centrale per la ricerca sul mare che segue il fenomeno, "e negli
ultimi dieci anni c'e' stata un'accelerazione: quasi due gradi in piu'.
Questo fenomeno crea una sorta di attrazione nei confronti degli abitanti
dei mari tropicali che trovano anche da noi condizioni favorevoli".
Cosė, il venticinque per cento della fauna ittica mediterranea - che si
limita a 550 specie contro le 2000 tropicali - e' costituita da specie
alloctone, ovvero da "alieni". Gli Ufo del mare spesso entrano
in competizione con i cittadini regolari, specie quando si tratta di
simili. E zone come Lampedusa possono diventare teatro di guerra. Tra i
principali combattenti, la cernia tropicale contro quella di fondale. Si
sono rassegnate invece a una pacifica convivenza con i pesci nostrani le
triglie del Mar Rosso e le ricciole fasciate dell'Atlantico che compaiono
in quantita' anche sui banchi dei mercati siciliani.
Ma non tutti gli esperti sono d' accordo sul fenomeno tropicalizzazione.
Antonio Artegiani, direttore dell'Istituto di ricerca sulla pesca
marittima del Cnr, con sede ad Ancona, parla piuttosto di fluttuazioni
climatiche nei mari e non di tendenza definita. "D'accordo, e' vero
che arriva qualche pesce tropicale, ma mi sembrano fatti episodici. Noi
per esempio nell'Adriatico non siamo stati neanche in grado di fare la
media della temperatura di dieci miglia quadrate in un certo arco
temporale. Siamo riusciti a stabilire qualcosa per il golfo di Trieste: in
trent'anni si sarebbe scaldato di mezzo grado. Ma come si fa a parlare di
tendenza del Mediterraneo? e' un po' azzardato; se andasse avanti cosė
avremmo pesci tropicali sė, ma lessi". In realta' anche all'Icram
non parlano di aumento costante, piuttosto della possibilita' che fra
dieci, quindici anni si possa arrivare a un ulteriore aumento di 0,5
gradi. In tal caso dovremo essere pronti non solo a un aumento degli
"alieni", ma anche alla presenza di ibridi.
Luglio
1999


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