Bruxelles finanzia progetti in Abruzzo e
Calabria. Interventi per tartarughe e uccelli. E l'Acquario di Genova
si accorda con la Nato
per studiare via satellite i cetacei mediterranei
MILANO - L'Italia si scopre ricca di animali da difendere.
Ieri l'Unione europea ha stabilito di
destinare finanziamenti per 15 miliardi di lire ad una serie di diciannove
interventi in salvaguardia di aree di particolare interesse faunistico sul
territorio italiano, fra i quali due progetti per salvare gli orsi marsicani
e i branchi di lupi che popolano le montagne della Calabria. Nell'ambito del
progetto «Life nature» - piano di tutela e conservazione del patrimonio
naturalistico dell'Ue - trovano posto anche uccelli selvatici, tartarughe
marine, animali che abitano foreste montane e praterie (cervi, daini,
caprioli), persino le rane e i tritoni delle zone palustri. E la lista dei
programmi di conservazione comprende anche interventi in difesa di
importanti aree costiere e palustri, di alberi e piante. Ma a colpire di
piu' l'immaginario collettivo e' l'invito della Commissione Ue alla tutela
degli orsi e, soprattutto, quella dei 30-40 lupi (sui circa 500 presenti in
Italia), che vivono nel Parco Nazionale del Pollino, sulle montagne a
cavallo fra Basilicata e Calabria. Per salvare l'orso bruno marsicano,
presente in Italia ormai soltanto nell'Appennino abruzzese, si fara' ricorso
a moderne tecnologie. Attraverso l'uso della radio-telemetria e
dell'impronta genetica, si potranno acquisire dati piu' precisi sull'habitat
di cui l'orso bruno necessita per vivere, che potra' essere ottenuto anche
grazie alla rinaturalizzazione delle foreste. Quindi, per fornire all'orso
un'adeguata provvista di cibo, si provvedera' da un lato a piantare
frutteti, dall'altro ad un efficace foraggiamento artificiale. Per gli orsi
la Commissione europea ha stanziato 1 miliardo di lire, equivalente al 60%
del costo totale del progetto.
Per i lupi, invece, Bruxelles contribuira'
con circa 360 milioni al finanziamento di meta' di un progetto volto a
mitigare gli effetti dei due fattori che ne stanno provocando l'estinzione:
gli attacchi dei pastori e la concorrenza alimentare dei cani randagi (causa
di gravi epidemie ed inquinamento genetico). Per limitare la predazione
degli animali domestici e le violente reazioni dei pastori, questi ultimi
saranno forniti di recinti elettrificati e cani addestrati a proteggere le
greggi. Inoltre, nell'area del Parco verranno introdotti caprioli, cervi, e
prede selvatiche per i lupi.
A sorpresa, fra le Regioni italiane la
Lombardia e' al primo posto per numero di interventi (cinque) e quantita' di
denaro investito da Bruxelles (3 miliardi e mezzo di lire). A pochi
chilometri da aree conosciute soprattutto per l'elevata densita' di
industrie, si nascondono piccoli tesori naturalistici a rischio come il lago
di Alserio, minacciato dalla proliferazione delle alghe, il Bosco Fontana -
ultimo lembo dell'originale foresta planiziaria mediterranea della Pianura
Padana -, le riserve naturali «Naviglio di Melotta», in provincia di
Cremona e quella di «Palata Menasciutto», lungo il fiume Serio nel
Bergamasco.
Per quanto riguarda gli altri programmi
finanziati dalla Commissione europea, un miliardo e' stato destinato a
coprire la meta' dei costi che la Regione Veneto dovra' sostenere per
salvare le barene della Laguna Nord, la piu' estesa zona umida d'Italia; una
cifra simile e' andata alla tutela della tartaruga marina «caretta caretta»,
presente nelle isole di Lampedusa e Linosa. Mentre sul confine
tosco-emiliano verranno investiti 290 milioni nel recupero delle praterie
del Monte Guffone abitate da cervi, daini e caprioli.
Sempre ieri, infine, il direttore
dell'Acquario di Genova, Antonio Di Natale, e l'ammiraglio Jan Spoelstra,
direttore del centro di ricerca subacqueo della Nato, hanno siglato un
accordo di cooperazione per monitorare e mappare la popolazione dei cetacei
del Mediterraneo grazie all'uso di dati e immagini satellitari
M.P.,