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Martedi' 27 Luglio

Dalla Lombardia a Lampedusa, 15 miliardi di investimenti in favore della conservazione di molte specie animali

Ecco i soldi per salvare orsi e lupi

 

Bruxelles finanzia progetti in Abruzzo e Calabria. Interventi per tartarughe e uccelli. E l'Acquario di Genova si accorda con la Nato
per studiare via satellite i cetacei mediterranei


MILANO - L'Italia si scopre ricca di animali da difendere.

Ieri l'Unione europea ha stabilito di destinare finanziamenti per 15 miliardi di lire ad una serie di diciannove interventi in salvaguardia di aree di particolare interesse faunistico sul territorio italiano, fra i quali due progetti per salvare gli orsi marsicani e i branchi di lupi che popolano le montagne della Calabria. Nell'ambito del progetto «Life nature» - piano di tutela e conservazione del patrimonio naturalistico dell'Ue - trovano posto anche uccelli selvatici, tartarughe marine, animali che abitano foreste montane e praterie (cervi, daini, caprioli), persino le rane e i tritoni delle zone palustri. E la lista dei programmi di conservazione comprende anche interventi in difesa di importanti aree costiere e palustri, di alberi e piante. Ma a colpire di piu' l'immaginario collettivo e' l'invito della Commissione Ue alla tutela degli orsi e, soprattutto, quella dei 30-40 lupi (sui circa 500 presenti in Italia), che vivono nel Parco Nazionale del Pollino, sulle montagne a cavallo fra Basilicata e Calabria. Per salvare l'orso bruno marsicano, presente in Italia ormai soltanto nell'Appennino abruzzese, si fara' ricorso a moderne tecnologie. Attraverso l'uso della radio-telemetria e dell'impronta genetica, si potranno acquisire dati piu' precisi sull'habitat di cui l'orso bruno necessita per vivere, che potra' essere ottenuto anche grazie alla rinaturalizzazione delle foreste. Quindi, per fornire all'orso un'adeguata provvista di cibo, si provvedera' da un lato a piantare frutteti, dall'altro ad un efficace foraggiamento artificiale. Per gli orsi la Commissione europea ha stanziato 1 miliardo di lire, equivalente al 60% del costo totale del progetto.

Per i lupi, invece, Bruxelles contribuira' con circa 360 milioni al finanziamento di meta' di un progetto volto a mitigare gli effetti dei due fattori che ne stanno provocando l'estinzione: gli attacchi dei pastori e la concorrenza alimentare dei cani randagi (causa di gravi epidemie ed inquinamento genetico). Per limitare la predazione degli animali domestici e le violente reazioni dei pastori, questi ultimi saranno forniti di recinti elettrificati e cani addestrati a proteggere le greggi. Inoltre, nell'area del Parco verranno introdotti caprioli, cervi, e prede selvatiche per i lupi.

A sorpresa, fra le Regioni italiane la Lombardia e' al primo posto per numero di interventi (cinque) e quantita' di denaro investito da Bruxelles (3 miliardi e mezzo di lire). A pochi chilometri da aree conosciute soprattutto per l'elevata densita' di industrie, si nascondono piccoli tesori naturalistici a rischio come il lago di Alserio, minacciato dalla proliferazione delle alghe, il Bosco Fontana - ultimo lembo dell'originale foresta planiziaria mediterranea della Pianura Padana -, le riserve naturali «Naviglio di Melotta», in provincia di Cremona e quella di «Palata Menasciutto», lungo il fiume Serio nel Bergamasco.

Per quanto riguarda gli altri programmi finanziati dalla Commissione europea, un miliardo e' stato destinato a coprire la meta' dei costi che la Regione Veneto dovra' sostenere per salvare le barene della Laguna Nord, la piu' estesa zona umida d'Italia; una cifra simile e' andata alla tutela della tartaruga marina «caretta caretta», presente nelle isole di Lampedusa e Linosa. Mentre sul confine tosco-emiliano verranno investiti 290 milioni nel recupero delle praterie del Monte Guffone abitate da cervi, daini e caprioli.

Sempre ieri, infine, il direttore dell'Acquario di Genova, Antonio Di Natale, e l'ammiraglio Jan Spoelstra, direttore del centro di ricerca subacqueo della Nato, hanno siglato un accordo di cooperazione per monitorare e mappare la popolazione dei cetacei del Mediterraneo grazie all'uso di dati e immagini satellitari

M.P.,

Luglio 1999