L’ associazione internazionale Peta e'
intervenuta su segnalazione di alcuni abitanti del centro marsicano
Visoni,
nuovo blitz degli animalisti
Nel mirino un
allevamento di Lecce dei Marsi. Denunciati i proprietari
di MARIA D’ALESSANDRO
LECCE DEI MARSI - «Piu' di
mille visoni costretti a vivere in condizioni terribili dentro gabbie
strettissime». E' l'allarme lanciato da Walter Caporale, rappresentante
italiano della Peta, l'associazione animalista, di rilievo mondiale, che nel
Comune di Lecce dei Marsi ha scoperto l'esistenza di un allevamento dei
piccoli mammiferi da pelliccia. Dietro segnalazione degli abitanti dello
stesso centro mersicano gli attivasti hanno individuato
l'"azienda" (che non e' nuova) e, dopo averla visitata, hanno
denunciato il padrone per maltrattamento di animali, inquinamento
ambientale, esalazioni insalubri. Proprio come e' accaduto due mesi fa in un
altro allevamento di visoni, a Castel di Sangro.
«Dentro le gabbie, con il fondo in rete metallica, gli animali sono
costretti a posizioni innaturali - ha spiegato Caporale - e devono
sopportare i cattivi odori che provengono dagli escrementi accumulati sotto
il fondo delle cassette». Immediata e' stata allora la denuncia della
"Peta" al comando dei carabinieri di Roma e alla Procura della
Repubblica dell'Aquila.
«Nell'allevamento di Lecce i visoni hanno come riparo la tettoia di un
capanno, questo perche' devono essere esposti forzatamente al vento, al
freddo e al gelo per infoltire il manto - tiene ancora a precisare Walter
Caporale - in estate invece patiscono il caldo e l'afa».
Accuse precise che la Peta indirizza al proprietario dell'allevamento e lui,
l'uomo denunciato, fa sentire la sua voce restando nell'anonimato.
«Ma quali condizioni orribili. Dopo quanto e' accaduto a Castel di Sangro
abbiamo ricevuto tre ispezioni dell'Asl e gli animali sono stati trovati in
buono stato di salute, con mangime ed abbeveraggio piu' che a sufficienza.
Comunque vorrei sapere quando i signori della Peta sono venuti nella mia
proprieta'. Io non ho visto ne' parlato mai con nessuno».
L'allevamento di Lecce dei Marsi era stato gia' al centro di denunce nel
1994 dietro iniziativa della Lav.
«Pure in quel caso i controlli non hanno accertato maltrattamenti -
aggiunge il titolare dell'azienda - Oggi poi vengono contestate le gabbie,
forse pero' devo ricordare che solo dal 2013, come prevede la normative Cee,
esistera' l'obbligo di allungarle e alzarle di 5 centimetri. Quindi le
gabbie sono regolamentari».
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