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Domenica 1 Agosto 1999


Cinghiali, la carica dei 50mila
Sono troppi, fanno danni. Ma e' lite totale sui rimedi

 

di ROBERTO BORGIONI

PERUGIA La stima della popolazione dei cinghiali in Umbria parla di 50 mila esemplari presenti nel territorio. Troppi, grossi e pure pericolosi, i cinghiali provocano danni all'agricoltura e fanno anche litigare cacciatori e guardie venatorie. L'episodio di qualche giorno fa, a Lugnano (sette denunce dopo uno scontro tra doppiette del luogo e guardie venatorie che avevano effettuato una battuta selettiva) non e' unico. Lo scorso anno situazioni di tensione c'erano state in Valnerina, nel Marscianese, ancora nei boschi dell'Orvietano.
Le battute selettive, effettuate a stagione venatoria chiusa per ridurre il numero dei cinghiali sul territorio, non vanno giu' ai cacciatori, che chiedono di sapere quale fine fanno i cinghiali abbattuti e se, in sostanza, c'e' qualcuno che ci guadagna. La Regione, per tentare di fare chiarezza, sta definendo un censimento della presenza dei cinghiali sul territorio umbro: verranno ridisegnate tutte le zone popolate dai grossi animali e, in base alle nuove mappe, si imposteranno le politiche di selezione, abbattimento e contenimento.
Gli scontri, le polemiche, le prese di posizione sull'affaire-cinghiali non mancano. E intanto, dalle province di Perugia e Terni arrivano dati allarmanti sulla crescente presenza dei cinghiali in Umbria. La concentrazione di animali e' di 6-7 capi ogni 100 ettari del territorio regionale, a fronte di una percentuale giudicata ottimale di tre esemplari ogni 100 ettari. In pratica, l'Umbria ospita il doppio dei cinghiali che dovrebbero vivere da queste parti.
Nel 1998 sono stati abbattuti circa 7.500 capi, con un forte incremento nella provincia di Terni. E la battaglia sui cinghiali si gioca anche in relazione ai danni provocati all'agricoltura: nel 1998, le associazioni agricole hanno denunciato devastazioni di colture, provocate dagli animali, per un valore di 1.817 milioni in provincia di Perugia e di oltre 400 milioni nel Ternano. «Una perdita secca di due miliardi, due miliardi e mezzo all'anno - dicono i rappresentanti degli agricoltori - e' un fardello insostenibile per un settore come il nostro, gia' in difficolta'. E i rimborsi arrivano con pesanti ritardi, oltre che molto ridotti rispetto all'effettiva gravita' del danno».
La caccia al cinghiale e' una pratica che attira molto le doppiette umbre. Sara' per il fascino di combattere contro animali grossi e forti, sara' per il senso di sfida collettiva, ma nessuna regione italiana ha una così consistente presenza di cinghialari sul totale dei cacciatori: in Umbria, alle battute prendono parte 331 squadre, con oltre 10.200 cacciatori autorizzati. Ogni tanto, nella caccia al cinghiale ci scappa anche la tragedia, con morti e feriti. Ma questo e' un altro discorso.
L'ultimo quiz sul grande popolo dei cinghiali lo sollevano le associazioni ambientaliste. Sono soprattutto il Wwf e l'Enpa a segnalare un'apparente contraddizione: «Ogni anno si effettuano prelievi selettivi per ridurre il numero dei cinghiali - dicono gli ecologisti - ma, nonostante le smentite, abbiano il dubbio che poi vengano immessi nuovi capi in alcune zone del territorio umbro. Cioe': da un lato si ripopola la specie del cinghiale, dall'altro si abbattono animali perche' ce ne sono troppi. Quando ci saranno regole certe su tutto questo girotondo?».

Agosto 1999