Giovedi' 5 Agosto 1999

 

Prete eredita 4 bastardini e li fa uccidere

Gli animali vivevano nel giardino di una villa che una parrocchiana ha lasciato al sacerdote

 

Monica Marcenaro

Milano - Pastore di anime, non di animali. Cosi' Fido, Fritz, Tufino e Gilda hanno lasciato il bel giardino della villa milanese in cui erano cresciuti per raggiungere all'altro mondo la loro amata padrona. Forse non sarebbero sopravvissuti al dispiacere, ma il parroco di S.Martino, in zona Niguarda, a cui Giuseppina Brambilla ha lasciato in eredita' la sua casa con i quattro bastardini e diversi gatti, non ha dato ai cani neppure il tempo di soffrire.

Passata una quindicina di giorni dai funerali dell'anziana signora, durante i quali il prete ha cercato, senza successo, una sistemazione per gli animali, ha deciso che non c'era altro da fare che sopprimerli. E cosi' e' stato, conferma il veterinario della zona, nonostante le premure e le preoccupazioni di chi conosceva quei simpatici quattro zampe da tempo e che, scoperta la loro tristissima fine, ha denunciato il fatto. Ora, davanti ai cancelli della villa, in via Luigi Ornato, ci sono dei musi su un cartello che recita: "Quattro cagnolini e un funerale: Gaia ringrazia chi ha ereditato la villa e ucciso i cani". A Stefano Apuzzo e Edgar Meyer, responsabili dell'associazione ambientalista, a cui va il merito di aver sollevato il caso e affisso il "necrologio", la solidarieta' di tutto il quartiere.

Lei, Giuseppina Brambilla, non era certo in contatto con la contessa milanese Clotilde Baratieri Sforza, eppure qualcosa in comune le due signore, oltre all'eta' e alla passione per gli animali, l'avevano. La nobildonna, si e' saputo giusto ieri l'altro, ha lasciato il suo patrimonio valutato decine di miliardi, alle sue amatissime bestiole. Sono 280, accudite da una quarantina di inservienti e alloggiate nei vari palazzi di proprieta' dell'anziana contessa e in una fabbrica dismessa di Quarto Oggiaro. Quattro zampe che vivevano e vivranno da pascia'.

Da piazza Castello, dove la contessa Sforza e' mancata il 24 Luglio scorso, a Niguarda in via Luigi Ornato in quella vecchia villotta in cui Giuseppina ha vissuto insieme ai suoi bastardini fino a due settimane fa, la storia si ripete anche se con un epilogo diverso. La signora Brambilla, malata da tempo, decide infatti di lasciare un tetto ai cani e nel testamento indica il parroco Fabio Baroncini quale erede della sua abitazione. Con ogni probabilita' e' la persona in cui ha maggior fiducia, peccato pero' che Giuseppina nello scrivere le sue ultime volonta' non precisi nulla sul destino che vorrebbe fosse riservato a Fido, Fritz, Tufino e Gilda e ai diversi gatti.

Fatto sta che gli animali per qualche tempo restano nel giardino della villa, accuditi ora dalla vecchia domestica, ora da qualche vicino. E' proprio Ingrid, una signora della zona che, passando tutti i giorni davanti a quel cancello, si accorge per prima della sparizione di quei cagnolini. Un rapido giro di telefonate e l'amara verita' salta fuori: le bestiole sono state soppresse. Come e' stato possibile? Davvero non si poteva trovare un'altra soluzione? "Ho parlato con il parroco e gli ho fatto presente la possibilita' di portarle al canile piuttosto che in un rifugio - conferma il veterinario di zona, Federico Malnati - cosi' come quella di trovare chi li adottasse. Ma dopo quindici giorni di inutili ricerche il prete, dichiarandosi esecutore testamentario della signora Brambilla, ha firmato tutte le carte che mi autorizzavano a eliminarle". E il sacerdote? "E' fuori Milano fino alla fine della settimana - fa sapere il suo sostituto don Giorgio - don Fabio si e' limitato, comunque, ad eseguire la volonta' della signora Brambilla". Tra i suoi parrocchiani, infatti, c'e' chi lo difende sostenendo che don Baroncini abbia trovato su un quaderno l'ultimo desiderio di Giuseppina, quello cioe' che Fido, Fritz, Gilda e Tufino la raggiungessero in paradiso quanto prima.

Agosto 1999