Gabbiano soccorso dai
turisti
Un giovane esemplare di gabbiano reale, di circa un anno di eta', e' stato
recuperato l'altro ieri sulla spiaggia tra Vibo Marina e Bivona. Il grosso
volatile era in evidente stato di difficolta' a causa di un filo di nylon e di
un amo da pesca che gli si erano attorcigliati ad un'ala. Un inconveniente che,
oltre a procurare al volatile una leggera ferita, ne ostacolava i movimenti. Per
fortuna il gabbiano reale e' stato notato da una villeggiante che non ha esitato
a recuperarlo ed a portarlo direttamente nella sede della Capitaneria di porto
di Vibo Marina. Dopo un primo intervento da parte di un volontario del Wwf, il
gabbiano reale sara' sottoposto alle cure del caso e successivamente rimesso in
liberta'.
Forti di questo convincimento, i
legali-animalisti vincono cause milionarie, si battono a tutela degli elefanti
usati dai circhi, garantiscono agli scimpanze' degli zoo condizioni di vita
soddisfacenti, lottano contro l'abbattimento dei cani che hanno morso qualcuno.
I detrattori ci scherzano sopra: «Ma allora anche i batteri hanno diritti?»,
si chiedeva il professor Richard Epstein da Chicago. Beh, pare di sì. E di
sicuro ne hanno gli uccelli, se e' vero che la Corte suprema della Pennsylvania
ha accettato il ricorso presentato da alcuni avvocati contro l'annuale gara di
tiro al piccione di Hegins. Un altro esempio della nuova considerazione di cui
godono gli animali nelle aule di giustizia americane arriva dal Massachusetts,
dove il solito Wise (in inglese il suo cognome significa «saggio») ha fatto
risarcire i padroni di 7 pecore uccise dai cani dei vicini di casa, non solo per
il valore di mercato ma anche per i danni che derivavano dall'aver perso la
compagnia.
E in Italia? Siamo lontani da una «sensibilita'»
del genere. Spiega Fulco Pratesi, presidente del Wwf: «Una norma a tutela degli
animali esiste; e' l'articolo 727 del Codice penale che prevede il reato di
maltrattamento. Ma nel complesso si fa poco anche se nuove leggi, magari contro
gli eccessi della caccia potrebbero servire».
«Tra l'altro - sottolinea l'ufficio
legale del Wwf - prima che la Corte di Cassazione intervenisse a stabilire che
gli animali sono esseri viventi capaci di provare dolore, lo spirito della norma
in Italia era teso principalmente a tutelare gli uomini, che potrebbero provare
repulsione o pieta' alla vista dell'animale maltrattato». Mentre a detta del
presidente di Legambiente, Ermete Realacci: «Sarebbe un successo se in tutti i
comuni d'Italia venissero applicate le norme esistenti a tutela degli animali.
Non sempre succede, ci sono citta' che non hanno un'anagrafe canina, anche se la
legge le prevede».
Mario Porqueddu