Sabato 21  Agosto 1999

Gabbiano soccorso dai turisti



Un giovane esemplare di gabbiano reale, di circa un anno di eta', e' stato recuperato l'altro ieri sulla spiaggia tra Vibo Marina e Bivona. Il grosso volatile era in evidente stato di difficolta' a causa di un filo di nylon e di un amo da pesca che gli si erano attorcigliati ad un'ala. Un inconveniente che, oltre a procurare al volatile una leggera ferita, ne ostacolava i movimenti. Per fortuna il gabbiano reale e' stato notato da una villeggiante che non ha esitato a recuperarlo ed a portarlo direttamente nella sede della Capitaneria di porto di Vibo Marina. Dopo un primo intervento da parte di un volontario del Wwf, il gabbiano reale sara' sottoposto alle cure del caso e successivamente rimesso in liberta'.

Forti di questo convincimento, i legali-animalisti vincono cause milionarie, si battono a tutela degli elefanti usati dai circhi, garantiscono agli scimpanze' degli zoo condizioni di vita soddisfacenti, lottano contro l'abbattimento dei cani che hanno morso qualcuno. I detrattori ci scherzano sopra: «Ma allora anche i batteri hanno diritti?», si chiedeva il professor Richard Epstein da Chicago. Beh, pare di sì. E di sicuro ne hanno gli uccelli, se e' vero che la Corte suprema della Pennsylvania ha accettato il ricorso presentato da alcuni avvocati contro l'annuale gara di tiro al piccione di Hegins. Un altro esempio della nuova considerazione di cui godono gli animali nelle aule di giustizia americane arriva dal Massachusetts, dove il solito Wise (in inglese il suo cognome significa «saggio») ha fatto risarcire i padroni di 7 pecore uccise dai cani dei vicini di casa, non solo per il valore di mercato ma anche per i danni che derivavano dall'aver perso la compagnia.

E in Italia? Siamo lontani da una «sensibilita'» del genere. Spiega Fulco Pratesi, presidente del Wwf: «Una norma a tutela degli animali esiste; e' l'articolo 727 del Codice penale che prevede il reato di maltrattamento. Ma nel complesso si fa poco anche se nuove leggi, magari contro gli eccessi della caccia potrebbero servire».

«Tra l'altro - sottolinea l'ufficio legale del Wwf - prima che la Corte di Cassazione intervenisse a stabilire che gli animali sono esseri viventi capaci di provare dolore, lo spirito della norma in Italia era teso principalmente a tutelare gli uomini, che potrebbero provare repulsione o pieta' alla vista dell'animale maltrattato». Mentre a detta del presidente di Legambiente, Ermete Realacci: «Sarebbe un successo se in tutti i comuni d'Italia venissero applicate le norme esistenti a tutela degli animali. Non sempre succede, ci sono citta' che non hanno un'anagrafe canina, anche se la legge le prevede».

Mario Porqueddu


Agosto 1999