Sabato 21  Agosto 1999

 

Parassiti, calabroni, meduse: ecco come difendersi

 


ROMA - Zecche, calabroni, meduse, zanzare tigri. L'ultima estate del millennio riserva agli italiani incontri ravvicinati poco gradevoli con insetti e piccoli animali che possono causare fastidi ma anche risultare letali.

PERICOLO ZECCHE - Possono rivelarsi mortali e sono sempre piu' numerose. Dall'Istituto superiore di sanita' informano che il numero di questi parassiti ematofagi e' in crescita, ma al momento non ci sono elementi che delineino uno stato di emergenza. La zecca e' pericolosa perche' puo' trasmettere la malattia della rickettsiosi, ma sono in grado di farlo quelle che scelgono come «ospite» il cane. Il nome scientifico e' Ripycephalus sanguineus.

ATTENTI AL CANE - I batteri delle rickettsie possono essere presenti nel «miglior amico dell'uomo», che pero' e' portatore sano e non si ammala. La zecca che sceglie il cane come ospite, puo' in alcuni casi trasmettere il batterio all'uomo. Importante, secondo gli esperti, tenere sotto stretto controllo gli ambienti domestici dove soggiornano o hanno soggiornato gli amici a quattro zampe. Le zecche si annidano negli anfratti, nelle cucce, fra le assi di legno e i sassi. In questi luoghi bisogna procedere a periodici controlli e disinfestazioni con insetticidi. Il veterinario Matteo Tommasini suggerisce di effettuare le operazioni di profilassi sui cani ogni venti giorni in estate, il periodo piu' a rischio, e ogni tre mesi in inverno. Per farlo si possono tranquillamente usare i numerosi prodotti in commercio.

ISTRUZIONI - La probabilita' di contrarre con una puntura di zecca la rickettsiosi, o «febbre bottonosa del Mediterraneo», non e' comunque alta per l'uomo. Non tutte le zecche che si attaccano ai cani sono infatti a rischio. Solo nel 10-30 per cento dei casi questi parassiti sono portatori della malattia. «Nel caso si venga punti e' consigliabile rivolgersi a un medico - spiega Michele Maroli, parassitologo dell'Istituto superiore di sanita' -. Il consiglio diventa poi un obbligo al comparire dei primi sintomi: febbre alta, ingrossamento dei linfonodi, manifestazioni cutanee sulla pelle, dolori alle ossa e alle articolazioni. Se la malattia e' diagnosticata in tempo non si corrono rischi. Basta infatti una semplice cura con antibiotici».

COME SI TOLGONO - Anche per rimuovere le zecche secondo gli esperti e' sempre meglio rivolgersi ai medici. Nel caso si proceda da soli, e' comunque importante usare pinzette e non schiacciare il parassita. Piuttosto che tirare, occorre compiere una leggera torsione per evitare che il rostro, una specie di ancora disseminata di uncini, rimanga all'interno della cute. Il rischio, in questo caso, e' quello di una piccola infezione locale. Il vero pericolo e' invece il contagio che puo' avvenire attraverso la saliva dell'insetto nel momento in cui comincia a succhiare.

MEDUSE - Dai nostri mari invece l'estate porta con se' la probabilita' di incontri con vari tipi di meduse. Il rischio e' di shock anafilattico. Per evitare complicazioni e' bene ricorrere all'aiuto di un medico appena possibile, soprattutto quando la reazione si propaga su tutta la pelle. Il rimedio sono le pomate cortisoniche, antiallergiche o farmaci antinfiammatori non steroidei.

CALABRONI - Un altro pericolo viene dai calabroni, che hanno colpito quest'anno soprattutto in Piemonte. E' diffuso in tutt'Italia come api e vespe. La femmina del calabrone ha una puntura molto dolorosa. Va estratto il pungiglione con le pinzette, e la parte colpita va pulita con acqua. Poi deve essere applicato del ghiaccio. Bisogna ricorrere al medico soltanto in caso di vertigini, sudorazioni, palpitazioni, allergia e se si viene punti in bocca. Da evitare i tamponi di ammoniaca.

ZANZARE - Un incubo per tutti, quest'estate soprattutto per i romani, alle prese con una specie pericolosa: la zanzara tigre. Ha invaso piu' di mezza citta'. Attacca di giorno e provoca forte prurito e grosse bolle. Proviene dal Sud-Est asiatico, dove e' portatrice della febbre gialla. In Italia, tuttavia, il virus di questa malattia non e' presente. L'uso di pomate antinfiammatorie e, nei casi piu' gravi, cortisone e antistaminici, e' la cura consigliata.

Edoardo Sassi


Agosto 1999