Martedì 28 Settembre 1999

 

Il pescescane avvistato al largo delle coste abruzzesi fa accorrere le tv di tutto il mondo a San Benedetto
Tutti pazzi per Willy, lo squalo e' gia' una star

 

di PATRIZIO PATRIZI
SAN BENEDETTO - Lo squalo bianco e' lontano, chissa' dove. Da tre giorni tutti gli danno la caccia...per osservarlo. Willy, dunque, come tutti vogliono chiamarlo, continua la sua vita libera e senza ostacoli in mare. A terra ci si agita parecchio, al contrario. «Sono stati due giorni d’inferno. Sin dalle prime ore di domenica, dopo che la notizia e' diventata ufficiale, non abbiamo avuto pace», racconta Maria Cristina Costanzo, moglie di Elvio Mazzagufo e assessore ai servizi sociali al Comune di Grottammare. Piu' che allo squalo, infatti, e' stata caccia grossa al comandante Mazzagufo, cinto d’assedio da telecamere e blocchetti.
E con tanto clamore hanno rivendicato il loro ruolo i pescasportivi che si trovavano a bordo di altri motopescherecci nella medesima zona. Anche noi abbiamo visto lo squalo bianco», testimoniano Claudio Capretti che era sull’Indio e Giorgio Fidanza e Claudio Delli Figorilli del Monica. «Siamo noi ad avere dato l’allarme, poi il comandante Mazzagufo ha fatto il resto».
Ma lo squalo che sa di tutto questo? «Beh, la notizia ha fatto il giro del mondo in un attimo -dice la signora Maria Cristina Costanzo- tant’e' che una mia amica mi ha telefonato dalla Polonia quando ha sentito il nome di mio marito citato dallo speaker del telegiornale riferendosi, appunto, allo squalo avvistato in Adriatico. Ci hanno telefonato rotocalchi e tv londinesi. Insomma, non sapevamo piu' che fare di fronte a questa invasione».
Tra i rischi che il pesce corre e' che nella bramosia di avvistarlo qualcuno possa anche coltivare l’ambizione di catturarlo e ucciderlo. «Sarebbe il piu' grande errore -commenta il biologo dell’Icram di Roma Giuseppe Notarbartolo- perche' la scomparsa degli squali provocherebbe un grave danno alla catena alimentare marina». E in questa direzione lavora il WWF che ha proposto un progetto per tutelare anche la verdesca, abbastanza numerosa in Adriatico, vietandone la pesca.
E ieri mattina grossa battuta in mare del Coca Cola con a bordo anche il comandante della Capitaneria di Porto Nicola Carlone con al seguito decine di troupe televisive. Si e' cercato di far tornare a pelo d’acqua il pescecane, ma della sua pinna nemmeno l’ombra in lontananza. Dunque, al ritorno in porto tutti un po’ delusi: certo e' che il pescecane non avrebbe mai creduto di fare tanto rumore per avere addentato un succulento tonno appeso al parabordo di una barca.

 


Settembre 1999