Mercoledì 29 Settembre 1999

Blitz della Forestale
Catturato il camoscio fuggito



Antonio Di Clemente

LORETO. E' finito all'alba di ieri il sogno di liberta' del camoscio fuggito dal recinto di Farindola un paio di mesi fa. Alle sei, infatti, dopo dieci giorni di appostamenti, le guardie forestali del parco Gran Sasso-Laga sono riuscite a catturare l'animale, un bel maschio giovane di rubicapra-ornata, che e' stato riportato sulle montagne di Farindola, dove si sta sperimentando la reintroduzione in un recinto di ambientamento. Le due camionette dei forestali sono state incrociate da un esperto intorno alle 8,30 sul lungo Tavo con a bordo la gabbia con il camoscio.
L'animale, appartenente alla sottospecie d'Abruzzo, si era fermato lungo il fiume Tavo, sul territorio di Loreto Aprutino, nei pressi della vecchia cartiera, punto d'incontro dei confini di Loreto, Pianella e Moscufo. Una nicchia ecologica molto interessante che deve essere piaciuta al giovane camoscio, se e' rimasto a viverci indisturbato per un paio di mesi. L'ungulato aveva scelto come dimora dei dirupi calancosi molto aspri, circondati da fitta vegetazione. Appena sotto, vi scorrono le acque del Tavo. Al di sopra, c'e' una campagna ricca di varie colture, ortaggi, frutteti e uliveti.
«Lo vedevo spesso pascolare», dice Aldo Cilli, che lo avvisto' per la prima volta un mese e mezzo fa circa, «Usciva intorno alle 11, quando l'erba si era asciugata dalla rugiada caduta durante la notte. In un primo tempo, pensavo che fossero le lepri a mangiare la mia erba medica. Poi ho capito che si trattava di un grosso animale. Ho telefonato al 1515 della forestale e nel giro di un'ora si e' messa in moto l'efficiente organizzazione del parco e della forestale stessa per tutelare il prezioso esemplare e salvarlo da atti di bracconaggio».


Settembre 1999