Giovedi' 14 Ottobre 1999

I 70.000 alberelli di rovere e querce destinati al rimboschimento, distrutti dagli animali in liberta'
Le mucche mangiano il parco
Mentana, le piante del Trentani sono costate oltre un miliardo

 

di FABIO MARRICCHI
Dovevano servire per il "rimboschimento" del parco Trentani di Mentana, ma le settantamila piantine messe a dimora all'inizio di quest'anno sono ormai tutte o quasi scomparse: mangiate dalle mucche, dalle pecore e dai cavalli che pascolano liberi in quella che dovrebbe essere una parte della riserva naturale "Nomentum", istituita due anni fa con una legge regionale, la 29 del 1997. E cosė addio rimboschimento e addio soprattutto ad una cospicua parte del finanziamento di un miliardo e rotti che doveva servire alla riqualificazione del parco Trentani, finanziamento erogato nell'ambito degli "obiettivi 5b".
Le piantine erano state sistemate con cura, ad un metro di distanza una dall'altra: un lavoro durato qualche mese che aveva previsto, oltre alla messa a dimora di querce, roveri, carpine anche una risistemazione del territorio, con i relativi terrazzamenti. Il progetto (che prevede anche il riutilizzo dell'ex mattatoio che dovrebbe dioventare un museo) e' stato redatto da Coriolano Valeriani per conto del Comune della citta' garibaldina. I soldi per per il 90 sono arrivati dalla Cee attraverso la Regione Lazio e per il resto dal Comune di Mentana.
Ma le intenzioni sono purtroppo lontane dalla realta': anche le recinzioni che erano state sistemate per dividere le zone di rimboschimento da quelle a pascolo sono ormai semidistrutte. L'assessore ai Lavori pubblici Livio Presutti ha incaricato i Vigili urbani e le Guardie zoofile di verificare l'accaduto. La Polizia municipale di Mentana (che ha recentemente istituito una squadra che si occupera' esclusivamente di emergenze ambientali e sanitarie) ha fatto i dovuti rilievi e ha inviato tutto alla Procura della Repubblica che dovra' accertare le responsabilita'.
L'altro ieri la questione e' approdata anche in Consiglio comunale. E' stato il gruppo dei Democratici di Sinistra che con una interrogazione ha chiesto lumi sullo "sperpero" di denaro pubblico e in particolare sul fatto che le recinzioni siano state, secondo il documento "sistematicamente tagliate o manomesse, permettendo l'accesso del bestiame nelle zone interdette". Le recinzioni avrebbero permesso alle piante di crescere quel tanto che bastava ad evitere di essere divorate dal bestiame in liberta'. Gli allevatori sostengono che la legittimita' del pascolo e' garantita dalla stessa legge 29 che prevede il mantenimento dell'uso civico dei terreni facenti parte dei parchi naturali.
Un "uso civico" che pero' a quanto pare e' in contrasto con il "rimboschimento" previsto dal progetto del Comune e soprattutto con il buon senso. Intanto, mentre allevatori e ambientalisti continuano a fronteggiarsi si attende il piano d'assetto della Provincia (ente gestore del parco) che si spera chiarira' definitivamente qual e' la destinazione del bosco Trentani e soprattutto chi dovra' occuparsi della vigilanza. Nel frattempo i capi bovini non solo si cibano dei soldi della Cee, ma creano pericolo alla viabilita' della zona. Ultimo episodio quello di qualche giorno fa quando un'"avanguardia" di cavalli e mucche ha invaso la Nomentana alle prime ore del mattino, bloccando il traffico: c'e' voluto l'intervento di carabinieri, polizia e vigili urbani per riportare la normalita'.


Ottobre 1999