Giovedi' 14 Ottobre 1999

I consigli di Dionigi Torchia esperto e consigliere comunale di An a chi tiene in casa cani, gatti, uccelli, tartarughe e pappagallini
Animali domestici, conoscere i rischi per prevenirli



Gli animali domestici rappresentano un rischio seppur minimo di trasmissione di malattie. Per crescerli con noi e viverci insieme bisogna rassicurarci conoscendo i possibili rischi per la salute nostra e dei nostri cari. Dichiarare al proprio medico curante il possesso di animali domestici, e' importantissimo nei casi di malattie febbrili potenzialmente causate da patogeni trasmessi dagli animali. I piu' a rischio sono i bambini immunocompromessi per cui vanno prese particolari precauzioni. Per i bambini fra i fattori di rischio da considerarsi: la allergia alla forfora degli animali, il sistema immunitario compromesso, l'eta' del bambino. Attenzione alla tartarughine per i frequenti casi di infezioni riscontrate nell'uomo. Quasi un quarto delle malattie nell'uomo e' da attribuirsi al contatto con gli animali capaci di trasmettere infezioni fungine. Dall'amico dell'uomo, il cane, leptospira e brucella. Malattia del graffio di gatto o toxoplasmosi. Anche gli uccelli possono trasmetterci malattie. Il bambino con deficit immunitario ha un rischio piu' elevato di contrarre zoonosi, sviluppando la malattia in forma disseminata. Tale problematica e' da evidenziarsi anche per una corretta comprensione dei rimedi che devonsi affrontare verso il randagismo. Quasi ogni famiglia possiede un animale in casa! Alcune anche piu' di uno. Perche'? E' presto detto: anche i consultori famigliari incoraggiano la compagnia degli animali in casa per l'affetto che si crea tra essi ed i membri della famiglia, e', per il senso di responsabilita' che si insegna ai bambini. Pero', senza allarmarsi troppo, bisogna che si comprendano a fondo i rischi associati con la presenza domestica di un animale: sono da 30 a 40 le differenti infezioni ed infezioni che possono essere trasmesse. Il medico di famiglia deve valutare responsabilmente la letteratura medica e veterinaria disponibile, specie quando i problemi riguardano bambini immunodeficienti. La nostra predisposizione a possedere animali in casa e' stimolata dall'immagine di personaggi televisivi come Lassie, Rin tin tin, Silvestro e Titti, sebbene rileviamo che difficilmente assomigliamo ai nostri amici. e' provato, pero', che gli animali in casa possono migliorare il quadro clinico di una malattia organica o psichiatrica, ed accelerare la guarigione dopo un intervento chirurgico. In bambini ed adulti con handicap, la loro compagnia favorisce l'attivita' fisica, aumenta l'autostima e migliora l'atteggiamento verso il mondo esterno. Quando fattori psicosociali, quali l'isolamento, contribuiscono alla malattia, i benefici predetti sono legati al fatto che gli animali tengono compagnia a queste persone sole. Allevare un animale in casa impone importanti considerazioni preventive: nei bambini allergici c'e' la possibilita' che si verifichino per il contatto con l'animale, specie se a pelo lungo, delle reazioni allergiche; i bambini piu' piccoli non comprendono ne' conoscono le precauzioni necessarie nel maneggiarli, donde morsi e graffi. e' il buon senso che dovrebbe suggerire se un certo tipo di animale sia adatto alla nostra famiglia: avendo bambini piccoli si dovrebbero evitare le razze piu' aggressive. La presenza di bambini immunocompressi impone, per l'aumentato rischio di contrarre malattie, frequenti controlli sanitari dell'animale oltre ad un'attenta soluzione della scelta predetta. Il contatto con cani, gatti ed altri animali implica il rischio di essere morsi: il modo piu' comune, ma non l'unico di contrarre malattie. Il morso di animale nella meta' dei casi coinvolge bambini: gli animali coinvolti vivono con il morsicato o appartengono ad amici o vicini di casa. L'infezione della pelle e dei tessuti sottostanti alla zona del morso giustifica il trattamento antibiotico. I morsi del gatto sono piu' pericolosi per le infezioni perche' i germi penetrano piu' profondamente per i suoi denti aguzzi e sottili. I cani provocano per di piu' lacerazioni che possono essere piu' facilmente disinfettate. Particolarmente, per l'imprevedibilita' dei loro morsi non bisognerebbe allevare in casa animali selvatici anche se considerati dolci, giocherrelloni e non aggressivi. La salmonella, germe potenzialmente patogeno per l'uomo, e' ospitato da tutte le specie animali sia domestiche che selvatiche e puo' essere trasmessa all'uomo per via orofecale. Le tartarughe, specie quelle d'iimportazione, sono comunemente infettate. e' consigliabile controllare periodicamente le feci degli animali allevati in casa per la presenza di salmonella quando ci sono bambini, soggetti anziani o immunocompressi. Per quanto riguarda la rabbia, la possibilita' della malattia nell'uomo riflette la distribuzione geografica degli animali ammalati. In Italia, scomparsa nella maggior parte del territorio, persiste in qualche serbatoio di animali selvatici (volpi, lupi). Quando gli animali domestici possono venire a contatto con questi selvatici, nelle zone a rischio, e' bene vaccinare i cani ed i gatti a tre mesi di eta' e successivamente annualmente. Relativamente ai parassiti, il verme intestinale piu' comune di cani e gatti e' la toxacara, spaghettiforme, che nell'uomo causa la cosiddetta sindrome della larva viscerale migrante. Altri parassiti intestinali che causano malattia nell'uomo sono gli anchilostomi, le dirofilatie, l'echinococco, il dypilum. Poiche' tali parassiti sono trasmessi all'uomo per via orofecale, se ne riduce il rischio sottoponendo periodicamente ad analisi le feci di animali o trattandoli direttamente, evitando i contatti e lavandosi le mani dopo i contatti stessi. Circa il 25% delle infezioni da funghi della pelle nell'uomo e' attribuito al contatto con un animale. Si puo' gestire efficacemente il problema con il trattamento preventivo. I cani costituiscono il serbatoio di leptospirosi piu' comune tra gli animali domestici. La malattia si trasmette dal contatto con le urine di un animale infetto. La vaccinazione dei cani contro questa infezione riduce, ma non elimina, la trasmissione nell'uomo. La brucellosi ci puo' essere occasionalmente trasmessa tramite contatto con il sangue di un cane che sta abortendo. La malattia e' poco controllabile nell'animale e, quindi, e' meglio evitare i contatti con i soggetti immunocompressi. Sono aumentate le preoccupazioni per la malattia da graffio e la toxoplasmosi. Per la prima, che hanno piu' di un anno di eta' sono meno comunemente portatori di questa malattia e quindi vanno preferiti. Per la toxoplasmosi c'e' da dire che il gatto e' l'unico ospite naturale. Nell'uomo la malattia e' dovuta all'ingestione di ovocisti che si trovano nelle feci del gatto. In gravidanza puo' portare aborto spontaneo, parto prematuro o infezione congenita; gravi manifestazioni nervose negli ammalati immunocompressi. e' necessario evitare attentamente di venire a contatto con le feci di gatto e qualcun altro della famiglia si dovrebbe occupare della rimozione degli escrementi dell'animali. In ambito urbano il gatto puo' trasmettere la cosiddetta febbre q, una rickettsiosi, quando si viene a contatto con la placenta o con prodotti del concepimento di un animale infetto. Anche pappagalli, piccioni ed altri uccelli, possono trasmettere diverse malattie ai bambini. Le patologie sin qui accennate stanno ad indicare che il pericolo sussiste per di piu' quando non si conoscono o non si pongono in essere semplice precauzioni igieniche e di comportamento. Quando, cioe', proprio per i sentimenti che questi animali riesono a stimolare in noi, li si umanizza scordandosi che restano pur sempre degli animali con determinate abitudini caratteristiche e che, pertanto ad esempio, non possono essere fatti dormire nel proprio letto o lasciati ad alimentarsi sulla nostra stessa tavola. Prendendo realmente coscienza di cio' di cio' e comportandoci di conseguenza, rispetteremo anche lo stesso animali. Tutto quanto predetto ci riporta in una problematica di cui gia' ci siamo occupati in precedenza: il randagismo che e' anche lo stato in cui verranno a trovarsi cani e gatti se abbandonati a se stessi. Se, da una parte,per l'animale allevato in casa con noi riusciremo, mettendo in atto precauzioni igienico-sanitarie e di comportamento, a convivere serenamente e con scarso o nullo pericolo, cio' non puo' essere affermato per l'animale randagio. Questo, proprio per il suo stato di essere e non essendo sottoposto dal proprietario a nessuna cura preventiva, sara' ben presto un sicuro pericolo per l'igiene dell'abitato e fonte di contagio sanitario per chi vi vive, per i bimbi prima di tutti. Prendiamone coscienza continuando ad amarli: il cane randagio va adottato, curato e tenuto responsabilmente dal suo padrone, ovvero non puo' concepirsi che sia lasciato libero nel suo stato di vagabondaggio per la citta', vivendo di stenti e senza nessuna profilassi sanitaria.

Dionigi Torchia Consigliere Com. An


Ottobre 1999