MILANO - «Riconoscere che un animale possa soffrire,
ammettere il suo dolore in quanto tale, è un fatto importante dal punto di
vista etico». Non ha dubbi Danilo Mainardi, professore di Etologia all'Universita'
di Venezia, nel commentare la sentenza di Terni. «Anche perche' - continua -
trattandosi di cani, è difficile immaginare che si possa non accorgersi della
sofferenza che si stava provocando loro. Il cane è un animale dotato di tali
capacita' comunicative, le stesse per cui è tanto ben accetto ed è stato il
primo a venire addomesticato, che chiunque è in grado di capire se e quando gli
sta facendo del male».
Quindi propende per la tesi della volonta' di maltrattare?
«No. Anche perche' ritengo che un cacciatore abbia
l'interesse a che il suo cane stia bene. Piuttosto credo si sia trattato di un
caso di indifferenza o di ignoranza. Chi possiede animali, pero', dovrebbe
conoscerne i comportamenti. Anche solo per motivi "gestionali",
perche' conoscendolo è piu' facile tenerlo in casa propria. Insomma,
bisognerebbe che il "padrone" studiasse almeno un po'».
Quali sono gli errori piu' comuni nei nostri rapporti con
gli animali?
«Un primo sbaglio è l'antropomorfizzazione. Ovvero pensare
che i bisogni di un animale siano uguali ai nostri. Ai cani tenuti in citta'
capita di soffrire per mancanza di socialita' e hanno bisogno di molti contatti
liberi con i loro simili. Ma queste sono cose che spesso ignorano anche quei
padroni che ai loro cani vogliono bene».
Quindi è d'accordo con la sentenza: si rischia di fare
del male a un animale, a un cane in questo caso, anche senza volerlo?
«+ possibile, a causa dell'ignoranza o della mancanza di
misura. Oggi, per esempio, sono sempre meno quelli che ancora credono che il
cane vada trattato "da cane" e cioè male: preso a calci e malnutrito.
La maggioranza delle persone che tiene un cane in citta' vorrebbe trattarlo
bene. Soltanto, non sa come fare. E magari finisce per cadere nell'errore
opposto, mettendogli il cappottino o trattandolo come fosse un bambino».
Un ultimo consiglio per chi vive con un animale?
«Fare un piccolo sforzo conoscitivo, studiare un po' per
sapere come rispondere alle sue esigenze. + il modo piu' bello che ci sia di
stare con un animale. Per tutti e due».Ma. Po.