Domenica 17 Ottobre 1999

LA LETTERA
«Chi maltratta gli animali e' una bestia»

Gli alunni della 3ª D



Ignazio D'Antiochia - Riceviamo e pubblichiamo.
Siamo gli alunni della Iª D della scuola media Grazia Deledda di Tempio. Abbiamo discusso, in classe, su un fatto accaduto vicino alla zona industriale. Un nostro compagno ci ha raccontato di aver visto in una campagna uno spettacolo assai raccapricciante non solo per un ragazzo della sua eta', ma per chiunque: alcuni cani erano stati uccisi impiccandoli a degli alberi. Siamo rimasti veramente scossi da questo avvenimento e abbiamo espresso le nostre opinioni con un senso di grande tristezza, anche perche' quasi tutti noi abbiamo dei cani che ci sono tanto cari. Secondo noi, chi ha commesso quel gesto e' una persona talmente crudele che non ha rispetto neppure per i suoi simili.
e' vero che, talvolta i cani debbono essere soppressi, ma, come dice l'art. 3 dei diritti degli animali, «nessun animale deve essere sottoposto a maltrattamenti e ad atti crudeli e se la soppressione di un animale e' necessaria, deve essere istantanea, senza ne' dolore ne' angoscia». L'art. 11 dice: «Ogni atto che comporti la soppressione di un animale, senza necessita', e' un biocidio». Chi puo' aver commesso quest'azione così brutale? Perche' gli uomini allevano i cani e dopo li abbandonano o li uccidono? Probabilmente perche' quando sono piccoli i cani sono belli e possono facilmente essere controllati, ma quando sono grandi, a volte, mantenerli costa sacrificio. I cani non sono cattivi, ma come tutti gli esseri viventi hanno bisogno di rispetto e d'amicizia.
I cani randagi, diventati selvaggi, a volte uccidono il bestiame, ovini e caprini, ma solo per sfamarsi. Per evitare che succedano degli episodi così spiacevoli ci sentiamo in dovere di sollecitare le autorita' perche' sia costruito un canile municipale dove i cani, i migliori amici dell'uomo, possano essere ricoverati, compresi quelli randagi.


Ottobre 1999