Venerdi' 22 Ottobre 1999

Torino: esposti al Museo di scienze naturali gli esemplari di animali scoperti nelle foreste dell’isola africana in 10 anni di spedizioni
Le 15 meraviglie del Madagascar
Catturate da un Indiana Jones italiano


Alessandro Mondo
TORINO
Quindici creature misteriose sono state scoperte durante battute diurne e notturne nelle foreste pluviali del Madagascar mentre sono stati registrati suoni mai uditi alle soglie del Terzo millennio. Il risultato - un fiore all’occhiello per Torino - e' racchiuso in una quindicina di nomi pressoche' impronunciabili, ciascuno dei quali fa riferimento ad un animale fino ad oggi sconosciuto. Esemplari misteriosi, alcuni dei quali sono stati illustrati per la prima volta ieri mattina nella sede del Museo regionale di scienze naturali di Torino diretto da Paolo Sibille: una carrellata di diapositive straordinarie per documentare l’imponente lavoro di ricerca e catalogazione compiuta negli ultimi dieci anni da Franco Andreone - torinese, dottore di ricerca in Biologia animale e zoologo del Museo -, protagonista di una corsa contro il tempo finalizzata a registrare presenze di vita (essenzialmente rettili e anfibi) condannate a scomparire nel prossimo futuro. «La parte centrale dell’isola, grande due volte l’Italia e abitata da 12 milioni di persone, e' ormai desertificata - spiega -, mentre solo il 6% dei superstiti polmoni verdi nella parte orientale risulta protetto. Nel giro di dieci anni spariranno, e con loro i segreti che racchiudono. Dal legno delle piante i nativi ricavano carbonella: i terreni sgombri, destinati a pascolo o ad uso agricolo, esauriscono presto ogni capacita' produttiva trasformandosi in lande sterili».
L’elenco delle nuove e purtroppo effimere «star» del mondo animale ci presenta nomi, forme e colori affascinanti. Alcune sono ancora in fase di descrizione, di altre non si conoscono nemmeno i meccanismi biologici: dalla «Rana di Bruna» alla «Raganella arboricola dell’Ankaratra» (un massiccio dell’isola), dalla «Raganella di Andohela» (parco naturale malgascio) al «Colubro di Analabe'». «Si tratta di un rettile non velenoso e parzialmente sotterraneo molto difficile da sorprendere - precisa lo zoologo - Caratterizzato dal colore rossastro e da un collare chiaro dietro il capo si ciba di lucertole. Vive solo in Madagascar».
Andreone - che a novembre tornera' nell’isola - ha girato queste foreste nel corso di 16 spedizioni realizzate dal Museo con la collaborazione del Parco Natura Viva di Pastrengo-Bussolengo (Verona) e di due enti malgasci: il Parc Botanique et Zoologique de Tsimbazaza e il Wwf Aires Protege'es di Antananarivo (la capitale). Monitoraggi che gli hanno imposto di affrontare condizioni proibitive: giorni di marcia in un ecosistema dove cadono 4 mila millimetri di pioggia l’anno, accompagnato da portatori locali, pernottamenti in tenda, lunghe veglie con l’obiettivo di intercettare creature per loro natura schive. «Ci sono almeno altre 100-150 specie da scoprire - sostiene - Quelle presentate le abbiamo catturate grazie ad un sistema di trappole: gli animali sono stati misurati, marchiati e rimessi in liberta'. Qualche esemplare e' stato soppresso per essere portato al Museo».
Performances da «Indiana Jones», condivise con i componenti di altre due equipes - una tedesca, l’altra americana - che pero' operano in zone diverse. «La mia ricerca rappresenta il proseguimento di quelle condotte sull’isola cento anni fa dal conte Mario Giacinto Peracca e documentate dal Museo - aggiunge Andreone - Purtroppo il conto alla rovescia e' iniziato: bisogna cercare di registrare il piu' possibile così da poter studiare e raccontare in futuro quello che c’era in Madagascar». Interessamento non casuale, quello di biologi e zoologi , considerato che il distacco dell’isola dal continente africano - avvenuto 140 milioni di anni fa - l’ha trasformata in uno straordinario vivaio di specie estintesi altrove: creature nuove ai nostri occhi ma in realta' antiche, molte delle quali sono sfuggite ad ogni osservazione. Da oggi ne conosciamo qualcuna in piu'.

 

 

Ottobre 1999