Mercoledi' 27 Ottobre 1999


 LA TARTARUGA RICONSEGNATA AL MARE
Pergy e' salva e libera. La seguira' il satellite

 

TULLIO DE SIMONE
Vico Equense - Il mare, tiepido e amico, suo habitat naturale, l’ha riabbracciata sulla riva della spiaggia del complesso «Le Axidie» di Marina Equa, a Vico Equense, non lontano da quello specchio d’acqua di Sorrento dove venne prelevata e salvata da un destino segnato, circa tre anni fa. Erano le 16, ieri, quando Pergy, una tartaruga marina di 60 chili, di anni 24 (presumibili), circondata dall’affetto immenso di esperti, veterinari, volontari e tanti, tantissimi ragazzi di molte scuole della Costiera, e' stata «liberata» dopo un lungo periodo di cura e riabilitazione presso l’Acquario della Stazione zoologica di Napoli.
Il rettile marino, della specie Caretta-Caretta, la piu' tipica del Mediterraneo e in via di estinzione, reduce da un intervento chirurgico durante il quale le e' stato estratto un amo, salvata una pinna ormai in necrosi e ricomposta la frattura di un osso (artefice il dottore Luigi Ferretti, consulente dell’Acquario napoletano), e' stato immortalato da flash e telecamere nell’attimo dell’addio, tra applausi, sorrisi, e piu' di qualche occhio lucido, come quelli della biologa marina Flegra Bentivegna, responsabile dell’Acquario di Napoli, in pratica la «mamma di laboratorio» di Pergy.
«Era stata trovata in condizioni disperate, l’abbiamo prelevata e curata con tecniche innovative. Ora ha potuto riguadagnare la sua giusta liberta'. E questa, e' la vera finalita' del nostro lavoro. Sono emozionata e commossa al tempo stesso, anche se resto scettica sul destino di questi animali una volta riconsegnati alla loro natura», confessa l’ittiologa ed esperta di tartarughe marine.
«Ogni anno - sottolinea la Bentivegna - raccogliamo circa 40 esemplari, vivi e morti, e purtroppo questa media e' in crescita. Mi auguro che questi momenti possano, quindi, ancor piu' sensibilizzare la coscienza collettiva e i politici, su un problema spinoso qual e' la salvaguardia di queste specie marine».
Pergy ha preso il largo con ansia evidente, amorevolmente seguita, almeno per un tratto, dai sub Marcello Adamo, Massimo Paradiso e Michele Cassese, pronti a filmare l’evento, utile come documentazione alla ricerca scientifica, ma soprattutto a controllare che tutto filasse liscio per quella trasmittente satellittare collocata sul carapace dell’animale dall’ingegnere Landolfi, con una miscela di silicone e vetroresina. Non a caso, infatti, la tartaruga sara' «monitorata» a distanza per un paio di anni circa, almeno nei momenti in cui riaffiorera' a galla per la respirazione.
I dati verranno raccolti a Tolosa, in Francia, e poi inviati, dopo decodificazione, ai computer napoletani dell’Acquario. E non a caso, ieri alle 16, la «liberazione» di Pergy e' avvenuta nell’orario, a detta dei tecnici, del miglior transito del satellite.
Dopo Pergy, ieri sono state riconsegnate al mare anche Lucia, Giulia, Dududoc, Medit, Valentina, Maratea, Eolia, Agostina e Imperia. E altre tre, Carol, Annì e Rock, saranno «liberate» la prossima settimana. Tutte salvate dalla mano appassionata e amica dell’uomo.

 

Ottobre 1999