Giovedi' 18 Novembre 1999
Giovani esploratori in
fattoria: "Il cotone? E' sulle pecore..."
Boom dei week end tra pollai e cascine del Belpaese. C'e' perfino un segnale
stradale della Coldiretti che indica i casali migliori
di VERA SCHIAVAZZI
TORINO - Segui la castagna e ti ritroverai in una vecchia favola. Traumatizzati
da mucche pazze e polli alla diossina, preoccupati per il futuro transgenico,
disgustati dai sapori tutti uguali e infelici per non aver mai sentito il calore
di una stalla, gli italiani bussano alle porte della fattorie. Non quelle
asettiche, regolate dal computer, abitate da mesti animali uno in fila all'altro
o irrorate con l'elicottero, ma quelle vere, dove c'e' qualche gallina, una
ventina di mucche, magari un buon salame e una stradina che consente perfino ai
bambini di"entrare" nei campi e vedere, finalmente, com'e' fatta una
fragola, toccare una pesca, nascondersi nel granturco e scoprire che, no, il
latte non esce "gia' nei pacchetti".
L'ultimo viaggio tra i bambini che non conoscono la natura, non sanno da dove
arriva il cibo o ne hanno un'idea deformata, l'hanno fatto quelli del Ceja, il
Consiglio europeo dei giovani agricoltori, intervistandone 2.400 tra i 9 e i 10
anni. I risultati non sono del tutto incoraggianti: quasi tre quarti dei bambini
europei sono stati in una fattoria almeno una volta, ma tedeschi e italiani sono
i meno entusiasti dell'esperienza. Solo il 37 per cento dei bimbi italiani ha
fatto questa esperienza, mentre il 51 per cento di loro non sa da dove viene lo
zucchero, il 27 per cento ignora l'origine del cotone e il 25 per cento risponde
che "cresce sulle pecore". L'Italia sembra poi essere il paese dove
l'idea di pane viene ormai associata a un prodotto industriale: solo il 12 per
cento dei piccoli intervistati lo ha collegato al grano e alla farina, contro
una media europea del 40 per cento. Tra le soluzioni proposte dal Ceja per
rimediare c'e' anche Internet: il materiale in rete fa parte di quello che
verra' offerto alle scuole, insieme a video e brochure, nel programma
"Scoprire l'agricoltura europea", preparato in undici lingue (info per
le scuole: 00322/2304210).
La Coldiretti italiana ha gia' afferrato la tendenza e l'ha trasformata in una
serie di azioni che - sotto il titolo "Campagna amica" - attraversano
buona parte d'Italia: c'e' la castagna disegnata a Cuneo, che diventera' un po'
ovunque un segnale stradale che guida quelli della citta' verso le fattorie
migliori, c' e' il concorso di Cremona con il quale le donne della cascine hanno
coinvolto migliaia di bambini e ragazzi portandoli prima a vedere e poi a
disegnare animali e coltivazioni, le stalle aperte a pochi chilometri da Milano,
i contadini veneti che scendono in citta', paesi e addirittura spiagge per
mostrare ai turisti i loro prodotti, i bolognesi che invitano in cascina le
scolaresche, quelli di Perugia che hanno portato gli oncologi tra gli olivi per
spiegare quanto e' buono l'olio e quelli di Isernia che si sono reinventati la
giornata del pastore. Una politica di apertura che, sul modello delle francesi
"fermes ouvertes", consente tra l'altro a chi viene per visitare di
fare una "spesa diretta" che puo' costare fino al 20 per cento in meno
e offrire prodotti di qualita', e che e' ormai ritenuta come una delle poche
alternative alle politiche di dumping della grande distribuzione. Chi se ne va
in campagna per il fine settimana non trovera' solo alberi e animali da vedere,
odori e sapori da riscoprire, ma anche, con un po' di fortuna, paesaggi che
credeva perduti. Il movimento per la protezione del paesaggio rurale, gia' molto
attivo in Francia, e' approdato anche in Italia ed ora si preoccupa di
re-insegnare ai contadini - grazie anche ad appositi incentivi europei - la
bellezza di un gelso, l'utilita' di una siepe, la superiorita' di una
staccionata di legno su una rete metallica. E la poesia di un covone di paglia
al posto di un enorme rotolo avvolto nella plastica come quelli che si siamo
abituati a vedere a fine mietitura.
Novembre 1999

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