Venerdi' 26 Novembre 1999

Nuovo quadrilatero ecologico fra Mar Ligure, Tirreno e Golfo del Leone
Un santuario per «Moby Dick»
Le balene hanno finalmente la loro casa


Giulio Gavino
SANREMO
Balene e delfini nuoteranno felici e sicuri nel «Santuario del Mediterraneo», il nuovo «quadrilatero ecologico» che da ieri e' finalmente realta'. Dopo dieci anni di intense trattative Italia, Francia e Principato di Monaco hanno infatti siglato l’accordo sulla «casa delle balene», un passo importante nella tutela dell’ambiente e dell’ecosistema di un’area che interessa 96 mila chilometri quadrati, un’estensione pari a due volte la Svizzera, compresa tra Mar Ligure, Mar Tirreno e il Golfo del Leone. I confini del «Santuario» sono compresi tra Capo Falcone, in Sardegna, e Hyere, in Costa Azzurra e tra Capo Ferro, sempre in Sardegna, e le foci del Chiarone, nel Lazio. Gli altri confini naturali sono le sponde di Provenza, Liguria e Toscana. L’accordo e' stato firmato a Villa Madama dal ministro per l’Ambiente italiano Edo Ronchi, dal francese Dominique Voynet e dal monegasco Bernard Fautier. Rimangono da determinare i regolamenti interni del «Santuario», ma per le associazioni ambientaliste, WWF e Greenpeace in prima linea, si tratta di un passo in avanti fondamentale per la tutela del mare. Gia', perche' l’obiettivo e' quello di preservare un patrimonio unico al mondo che comprende circa duemila balenottere comuni, il cetaceo piu' grande del globo, e decine di migliaia di delfini e altri cetacei che vanno dalla stenella al grampo al globicefalo. La ricerca inizio' alla fine degli anni ‘80 quando si scoprì che ogni anno le balene migravano nel Mar Ligure e nell’Alto Tirreno per l’alta concentrazione di «krill», i gamberetti alla base della catena alimentare. E le osservazioni confermarono l’incredibile numero di esemplari, migliaia ogni estate.
«Esultiamo per la creazione del Santuario - dice il presidente del WWF Italia Fulco Pratesi - ma sappiamo che e' necessario fare qualche passo in piu' per assicurare interventi urgenti sulla pesca ed una severa limitazione delle gare off-shore e delle attivita' turistiche non compatibili».
E la prima fase sara' l’individuazione di un regolamento interno, un protocollo in grado di uniformare tra Italia, Francia e Principato di Monaco le diverse discipline con una attenzione particolare al «whale watching», quell’osservazione dei cetacei nel Mediterraneo che gli ambientalisti vorrebbero sempre abbinata all’attivita' di ricerca (gia' nel ‘90 promotori delle campagne, proprio da Sanremo, erano stati gli esperti di «Tethys», l’agenzia internazionale dello scienziato Notarbartolo di Sciara) e mai affidata all’improvvisazione. Sul fronte off-shore, per la rilevanza delle competizioni e dell’indotto che il mercato ha in Italia, il problema si affrontera' a partire dal 2001. Una normativa comune, inoltre, riguardera' gia' entro il prossimo anno sia gli scarichi industriali sia l’utilizzo delle reti derivanti, quelle «spadare» che si rivelano micidiali quando un cetaceo vi rimane impigliato senza avere la possibilita' di emergere per respirare. In determinate stagioni il «Santuario» potrebbe inoltre vincolare il traffico marittimo di merci e passeggeri su rotte predeterminate. Ma il grande limite del «Santuario dei cetacei», al momento, sono le acque territoriali, una giurisdizione che al momento non puo' essere vincolata dall’accordo tra Italia, Francia e Monaco. Da oggi, comunque, le balene sono piu' sicure, il canto delle balenottere sembra destinato a diventare una delle colonne sonore dell’estate del Giubileo

 

Novembre 1999