Venerdi' 26 Novembre 1999

Il macellaio di Priverno, Mario Fantozzi, 64 anni, e' stato sbalzato contro la parete della stalla. Il bovino e' stato abbattuto
Incornato e ucciso dal bufalo
L’animale era stato venduto, ma il camion e' arrivato troppo tardi

di SANDRO PAGLIA

Stava per finire al macello, invece ha ucciso il suo allevatore. A Pontinia, in localita' Codarda, Mario Fantozzi, 64 anni, da una vita macellaio in piazza San Marco a Priverno, e' stato ucciso ieri mattina dall’unico bufalo del suo allevamento. «L’animale era intrattabile da diversi giorni - raccontano nel podere - tant’e' che era stato deciso di venderlo per macellarlo». Il toro doveva essere caricato mercoledì pomeriggio, ma per un fatale imprevisto il camion aveva rimandato il viaggio di 24 ore. E ieri e' arrivato troppo tardi: il bufalo - un bestione di circa 700 chili - ha incornato e ucciso l’allevatore.
Non erano ancora le otto quando Mario Fantozzi in compagnia di uno dei suoi due figli aveva ultimato le operazioni di mungitura della bufale. «Avevamo appena finito», racconta il figlio Domenico, 30 anni, agronomo, ancora stravolto per l’accaduto.
«Stavamo per uscire dalla stalla, quando mio padre - racconta - si e' avvicinato al cancello che porta al recinto delle bufale. In quel momento il toro ha infilato la testa nell’apertura della staccionata e ha colpito mio padre». Il toro ha incornato Mario Fantozzi alla gamba destra, con un violento colpo della collo l’ha poi sbalzato in aria. Il macellaio e' finito contro il muro della stalla a piu' di due metri di altezza. L’uomo ha battuto la testa ed e' ricaduto in terra con violenza restando immobile.
Domenico Fantozzi si e' lanciato in soccorso al padre, ha bloccato il cancello di legno mentre il toro cercava di aprirlo completamente per poter entrare nella stalla e colpire nuovamente. Poi l’agronomo ha preso il padre e lo ha caricato in auto per potarlo immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale di Priverno.
Al Regina Elena, Mario Fantozzi e' arrivato in condizioni disperate. Lo squarcio sulla gamba e soprattutto il tremendo colpo al capo gli erano stati fatali. I medici hanno tentato inutilmente di salvarlo. «Non abbiamo potuto fare nulla», racconta il dottor Maurizio Licorni di Formia.
Nel frattempo nell’allevamento in localita' la Codarda arrivavano i carabinieri della stazione di Pontinia guidati dal maresciallo Donato Cristofalo e il veterinario della Asl pontina, Tullio Sante. Il toro inferocito era inavvicinabile, e il medico ha consigliato l’abbattimento. A quel punto i militari hanno chiesto rinforzi e all’allevamento e' arrivato uno dei tiratori scelti del reparto operativo del comando di Latina. Per uccidere il toro e' stato necessario sparare 7 colpi - calibro 9.62 nato - con un moschetto Fal. Al primo colpo il toro ha tentato di fuggire ed e' riuscito a sfondare un cancello entrando in un altro recinto dove c’erano altre bufale. I carabinieri sono riusciti a stanarlo nuovamente e a quel punto l’animale e' stato colpito a ripetizione. Una scena incredibile: dopo ogni colpo il toro crollava e si rialzava. Alla fine l’animale e' stamazzato nel fango e per portarlo via e' stato necessario l’intervento di una pala meccanica che lo ha sollevato e caricato su un camion.

 

Novembre 1999