Martedi' 7 Dicembre 1999
Prima la plastica poi
un natante se l'e' vista brutta una tartaruga
LAMEZIA TERME – Un anno: tanto era durata la degenza di una giovanissima
tartaruga marina della specie «Caretta caretta» nelle capaci vasche
dell'Acquario comunale di Napoli. Consegnata in condizioni disperate nelle mani
della direttrice della gloriosa Istituzione scientifica partenopea – la
dottoressa Flegra Bentivegna – lo sfortunato rettile era tornato a nuova vita
dopo la massiccia ingestione di plastica che le aveva occluso l'intestino e le
lunghe cure per rimetterla in sesto. Restituita alla liberta' lo scorso 10
novembre, la giovane caretta, era stata marcata dai ricercatori del «Progetto
tartarughe» che annovera collaboratori in tutte le regioni costiere, proprio al
fine di seguirne gli spostamenti in caso di ricattura. Nessuno pero' avrebbe mai
immaginato che la piccola corazzata di circa 40 centimetri di carapace sarebbe
incorsa in così breve tempo in un'altra disaventura. Giunta infatti nelle acque
di Capo Vaticano, probabilmente diretta verso le piu' calde acque del
Mediterraneo orientale, la nostra FB025 (questa la sigla impressa sulla
targhetta plastificata), e' rimasta vittima delle insidie umane, per la seconda
volta nella sua triennale esistenza, in un mare troppo piccolo per questi
antidiluviani trasmigatori marini. Colpita infatti pesantemente sulla corazza,
forse da un'imbarcazione, la tartaruga sarebbe probabilmente deceduta se tre
pescatori dilettanti (Domenico Capua, Giacopo Iamundo e Raffaele Mileto, aiutati
da Mercurio Vecchio dell'Arci-Pesca) la mattina del 3 dicembre scorso non
l'avessero recuperata per poi dare l'allarme alla capitaneria di Porto di Vibo
Valentia Marina. Grazie all'intervento di alcuni attivisti del Wwf Calabria, la
piccola testudinata, usufruendo di un «passaggio» in treno, e' stata subito
trasportata a Messina, dove da anni opera un centro attrezzato per il recupero e
la cura di questi animali. Come si dice in gergo, le sue condizioni ora non
destano preoccupazioni e fra non molto riprendera' il largo, con la «carrozzeria»
danneggiata rimessa a lucido. Di sicuro, quando la si vedra' scomparire di nuovo
pinneggiando tra le onde, l'augurio di tutti sara' che, almeno in questo caso,
il proverbiale terzo caso non si verifichi mai piu'. Viceversa, sulla targhetta
c'e' sempre un indirizzo. Per cui, a buon intenditore... poche parole.
Dicembre
1999


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