Giovedi' 7 Ottobre 1999
Sant'Antioco.
La stagione venatoria e' iniziata all'insegna delle polemiche. Ridimensionato lo
spazio dell'autogestita
Molte doppiette, pochissima
selvaggina
I cacciatori contestano la
decisione dell'assessore regionale all'Ambiente
Sono aumentati i soci ma anche il malessere Ancora irrisolti i nodi del
ripopolamento e delle tasse salate
Stefano Garau
SANT'ANTIOCO. Stagione faunistica aperta ma le polemiche non mancano. I
cacciatori dell'autogestita di Sant'Antioco, una delle piu' grandi d'Italia,
puntano l'indice accusatore verso l'assessore all'Ambiente Pasquale Onida. Il
territorio dell'Autogestita e' stato infatti ridimensionato notevolmente
rispetto agli anni scorsi mentre nell'associazione sono aumentati i soci.
Tradotto in parole povere, significa che aumentano le doppiette mentre la
selvaggina diminuisce a vista d'occhio, senza dimenticare che il numero dei
fucili in aumento si concentra in un territorio ridotto rispetto alle origini
dell'autogestita.
La protesta nei confronti dell'assessore regionale all'Ambiente si trasforma
dunque una lotta senza precedenti fra le doppiette costrette a contendersi le
poche prede che ancor esistono sull'isola.
Per garantire l'autogestita bisognerebbe intervenire sul ripopolamento della
selvaggina, che diminuisce anche a causa dell'insularita' che non consente una
riproduzione naturale. Allo stesso tempo, la Regione ridimensiona i confini
mentre l'associazoine dei cacciatori, per poter sopravvivere e' costretta ad
allargare le fila dei soci dando spazio a tante altre doppiette che sparano la
domenica e il giovedě nelle campagne dell'isola.
«Va evidenziato il buon senso del cacciatore, quello vero - hanno detto i
cacciatori storici di Sant'Antioco - e la razzia che viene puntualmente compiuta
dai bracconieri. Prima avevamo rispetto delle proprieta' privata. Oggi, alcuni
che si definiscono cacciatori, non hanno piu' rispetto ed entrano dappertutto,
scavalcando recinzioni e danneggiando le colture. Ci vorrebbe una
regolamentazione diversa come avviene in altri paesi del mondo, dove la caccia
e' una cosa seria. I primi a rispettare l'ambiente sono proprio i cacciatori.
Purtroppo dietro questo nome si nascondono anche tanti crudelissimi bracconieri
senza scrupoli che infangano la categoria».
Da tempo, l'isola di Sant'Antioco viene considerata terra di facile cattura
delle prede indifese. Proprio per questo, in passato era considerato un feudo
protetto ma riservato ai pochi e ai loro amici. Oggi, l'aumento del numero dei
soci corrisponde alla riduzione del numero di ettari. Paradossale conseguenza,
conigli pernici e lepri si ritroveranno di fronte un esercito di cacciatori, con
il rischio di essere impallinati da piu' persone.
Dimenticate o quasi le lotte interne di potere nell'associazione dei cacciatori
di Sant'Antioco, gli sforzi convergono invece su una battaglia unitaria che sia
tesa alla diminuzione delle tasse annuali per il rinnovo del tesserino che
autorizza l'esercizio di caccia e, soprattutto, la concreta possibilita' di
ottenere in fondi per l'acquisto di nuova selvaggina per il ripopolamento.
Ottobre
1999


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