La Stampa
Martedi' 30 settembre 1997

Accusa una truffa nel censimento dei camosci
Cuneo, niente caccia
per ordine del giudice

SALUZZO - I camosci della Val Varaita ringraziano il gip del tribunale di Saluzzo, Roberta Bonaudi: il magistrato ha disposto l'annullamento della stagione venatoria che li avrebbe trasformati in prede - da trofeo e da polenta - dal 2 ottobre al 21 dicembre. Tremano, invece, i cacciatori della zona, almeno quelli che hanno partecipato alle operazioni di censimento dei camosci: avrebbero infatti triplicato il numero dei capi presenti sul territorio, facendoli diventare 920, contro i 307 che in realta` sarebbero. E l'accusa nei loro confronti e` grave: truffa ai danni dello Stato e falsita` in atto pubblico. Il provvedimento del giudice - il primo di questa natura in Italia - e` stato preso in seguito alle indagini svolte dal Nucleo interforze della procura della Repubblica saluzzese, coordinato dal sostituto Valerio Dell'Anna. Il magistrato ha fatto ricontare - avvalendosi di uomini della Guardia Forestale e del Servizio di vigilanza caccia e pesca della Provincia di Cuneo - i camosci della Valle Varaita. Risultato: ce ne sarebbero soltanto 307, 154 dei quali in riserva e quindi non cacciabili.
Che conseguenze avrebbe avuto prendere per buono il censimento del Comprensorio di caccia? In Val Varaita si sarebbero potuti abbattere 119 camosci, una quota compresa tra il 7 e il 13 per cento della popolazione di ungulati residenti. Le prede scenderebbero invece a 19 se il calcolo fosse basato sul nuovo conteggio disposto dal magistrato.
"Non abbiamo nulla da temere dice Flavio Caselli, ex deputato della Lega Nord e avvocato difensore del Comprensorio venatorio della Valle Varaita -, poiche` tutto si e` svolto da parte del Comprensorio con la massima regolarita` e nel rispetto della legge".

[m. bos.]


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