Il Tempo
Martedi' 1 luglio 1997
Secondo la Lega antivivisezione sarebbero 200 i rifugi-lager
che nascondono un business da miliardi

Sui canili privati
l'ombra della criminalita'

La Lega antivivisezione con un dossier ha denunciato il business dei canili privati: un affare da decine di miliardi, provenienti dagli stanziamenti degli enti locali, sul quale grava "il forte sospetto di interessi e attivita' gestite direttamente dalla criminalita' organizzata". In una conferenza stampa, con la consueta campagna della Lav contro l'abbandono dei cani (150mila l'anno) specie nei mesi estivi, e' stato messo in evidenza che sono circa 200 i "rifugi" privati per quattrozampe - definiti come veri lager per animali in tutt'Italia - nei quali e' impossibile compiere alcun controllo e dove la retta giornaliera pagata per ogni animale e' anche di 10 mila lire. "Una cifra che fa gola ai gestori privati - sottolinea Elisa D'Alessio della Lav - che non esitano ad accalappiare i cani fuori dalle aree di loro competenza". Nei rifugi privati rimane sempre costante il numero dei cani "una cosa che non e' credibile - aggiunge D'Alessio - perche' la mortalita' tra cani che vengono abbandonati e' sempre alta". Tra i casi, uno dei piu' "inquietanti" e' quello del canile Ciceralensis, situato a Cicerale Cilento (Sa) e gia' in passato fatto chuidere dai Nas. Si tratta di una struttura mista che racchiude oltre al canile anche un allevamento di cinghiali, un fatto "che spalanca forti dubbi dal momento che i cinghiali sono onnivori", e inoltre, sempre stando a un dossier della Lav, il titolare utilizza un furgoncino intestato alla Usl 60 di Agropoli e si spinge, per le catture dei randagi, fino in Calabria. Inoltre la Lav rileva che molte convenzioni del canile Ciceralensis sono "una tantum, ovvero i comuni convenzionati pagano per il prelievo dei cani ma non forniscono fondi per il loro mantenimento". Per quanto riguarda il sospetto che questo business sia in mano alla criminalita' organizzata, un aspetto sul quale la Lav ha rivolto un appello affinche' le autorita' competenti indaghino, esso e' rafforzato dal fatto che "e' stato gia' provato - rileva Roberto Bennati della Lav - che nei combattimenti con scommesse clandestine sui cani la malavita organizzata ha messo tutte e due le mani e ha contatti con i canili per trovare gli sparring partner per gli allenamenti". Ma la lista dei canili lager e' lunga e comprende, tra gli altri quello di Brindisi dove sono stipati 1.700 animali. Nella lista nera figurano anche la "Dog's house" di Melissa, nel crotonese, il rifugio lombardo di Zeno Bompersico (il proprietario e' stato piu' volte denunciato), quello di Roselle nel grossetano.


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