Il Centro
Venerdi' 12 settembre 1997
Il comitato ristretto dei sindaci
incontra l'azienda
per risolvere il grave problema
Emergenza per i cani randagi
La Usl realizzera' un rifugio sanitario
ma e' necessario creare un canile privato
ROSETO - Un canile intercomunale per combattere il randagismo. Di questo
si e' parlato nei giorni scorsi durante l'incontro tra i vertici dell'azienda
sanitaria locale (Asl) di Teramo e il comitato ristrett dei sindaci. I delegati
hanno convenuto sull'opportunita' di realizzare una struttura consortile
che sia in grado di dare un primo rifugio agli oltre cinquemila randagi sparsi
nell'intera provincia. Anche Roseto deve confrontarsi quotidianamente con
il fenomeno dei cani (e gatti) senza fissa dimora, costretti a vagare per
le strade cittadine o, in molti casi, nelle campagne circostanti alla continua
ricerca di cibo. Secondo una stima del Comune sarebbero almeno una cinquantina
gli amici a quattro zampe privi di padrone, per i quali esiste una possibilita'
concreta di ottenere a breve un tetto dove ricevere le cure necessarie. "Nel
corso dell'incontro" spiega il sindaco di Roseto Nicola Crisci, "e' stato
comunicato che l'azienda Usl realizzera' un canile sanitario per il quale
sono gia' a disposizione 250 milioni".
Qui i randagi potranno essere curati e rifocillati dagli operatori della
Asl ma sol per 60 giorni, quindi gli animali torneranno ai proprietari, in
questo caso il Comune. "Si rende quindi necessario", prosegue Crisci,
"l'attivazione di un canile rifugio i cui oneri ricadrebbero esclusivamente
sulle amministrazioni a costi, peraltro, proibitivi". Solo per garantire
un pasto al giorno a ciascun randagio occorrerebbero tremila lire, senza
considerare le spese relative a personale, manutenzione e medicinali vari.
"L'alternativa", aggiunge il primo cittadino di Roseto, "sarebbe affidarsi
a un canile privato, che a Roseto andrebbe comunque realizzato, con il quale
il Comune potrebbe convenzionarsi in modo da abbattere i costi di gestione".
Esiste gia' la disponibilita' di massima di un gruppo di volontari
dell'associazione "Qua la zampa" di Roseto, i cui soci hanno avuto diversi
incontri con l'amministrazione rosetana per aprire un rifugio. "Per il momento",
precisa comunque Crisci, "la Usl realizzera' un canile sanitario gestito
dal proprio servizio veterinario, dove i randagi saranno censiti e, quindi,
tatuati, creando un'anagrafe canina aggiornata". In una seconda fase saranno
i Comuni a entrare in scena con la realizzazione di canili rifugio in
collaborazione con privati. "E' un problema complesso", conclude Crisci,
"per questo il comitato ristretto dei sindaci tornera' a riunirsi la prossima
settimana".
Federico Centola
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