IL TEMPO
Sabato 2 gennaio 1999
Cioccolata il nuovo
doping dei cani da corsa
La lepre e' in pista, le schiere dei
filiformi Whippet schioccano come molle d'acciaio e le zampette mulinano a velocita'
supersonica sull'anello terroso, sollevando polvere, urla d'incitazione e qualche
sterlina. All'arrivo una carezza, una grattata di pancia e, talvolta, un bon bon al
cioccolato. La scena appartiene al mondo fatato delle corse dei cani che si disputano da
oltre un secolo in Inghilterra settentrionale, ma quello che sembra uno spot magnifico per
un amaro si tinge di giallo, e Mister Doping ne combina un'altra delle sue. Stavolta non
si tratta del solito anabolizzante od eccitante dal nome impronunciabile a guastare la
purezza dello Sport. Secondo la British Whippet Racing Association gli astuti cagnetti
hanno alterato la loro prestazione ingurgitando gustose praline di cioccolato, neo
acquisto della lista nera delle sostanze dopanti, e sono stati cacciati con ignominia
insieme ai padroni dai campi di corsa. A nulla sono valse le proteste degli interessati,
visto che nelle gare dei Whippet (una razza di cani di rara bruttezza che sfreccia a
sessanta all'ora, ottenuta incrociando un levriero con un terrier) non sono previsti premi
in denaro, e gli animali sono tutt'altro che professionisti, poiche' nei giorni di riposo
vestono i panni dell'amico dell'uomo tutto cuccia e sedute pigre davanti al focolare.
Pare, tra l'altro, che l'animale sia talmente gracile che basti un centimetro cubo di
porchetta per ucciderlo, e che i famigerati contentini al cacao vengano somministrati con
mano tremante dai proprietari con il contagocce.
Sorvolando sulla ridicola criminalizzazione molto "english" dei Whippet
cioccolato-dipendenti- visto che ultimamente in Italia i Pit-Bull hanno preso l'abitudine
a pasteggiare con i bambini-e' curioso di questi tempi assistere all'evocazione del
fantasma del doping a latitudini sportive inesplorate, mescolando ingredienti demoniaci
come i cani e la cioccolata, o, in un caso di qualche tempo fa, attempati professionisti
giapponesi del biliardo con gli anabolizzanti. A questo punto scopriremo in un prossimo
futuro che nei circoli bocciofili la pasta e fagioli prima delle gare e' da considerarsi
sostanza dopante, e guarderemo con sospetto il criceto di casa che gira la sua ruotina un
po' troppo vorticosamente. E sempre a quel punto qualcuno, nel nord Italia, mentre
accarezza il maiale molto in carne si scoprira' a mormorare: "Chissa', forse Zeman
aveva ragione".
gennaio 1999


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