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Domenica 24 gennaio1999

Amico cane. L’avventura del lupo domestico

Ma quanto ci ha aiutato, il nostro amico cane, a diventare uomini. Sì, proprio così. Tutte le volte che portiamo al guinzaglio il nostro botolo di pochi centimetri o un ingombrante animale di 50 chili, ricordiamoci, riconoscenti, che e' anche grazie a lui che la nostra specie ha conquistato il pianeta. Sempre che si sia orgogliosi della conquista. Secondo il ricercatore John Allman, del California Institute of Technology, l’addomesticamento dei lupi, trasformati per questo in cani, avvenuto circa 135 mila anni fa ad opera dei nostri antenati, ha aiutato non poco i neanderthaliani a resistere, evolvere e preparare il terreno per l’arrivo dell’unica umanita', quella discendente dagli uomini di Cro Magnon, che avrebbe poi colonizzato la Terra. Cioe' noi.
Addestrare un lupo, certo, e' stata un’ottima idea, ma forse i cacciatori non si sono resi immediatamente conto di che cosa questo significasse. «Improvvisamente i nostri antenati, desiderosi di annullare un predatore, hanno scoperto che il suo acuto odorato e udito li avrebbe aiutati ad evitare i predatori e a cacciare la selvaggina - ha spiegato John Allman nel libro «Un cervello in evoluzione» -. E questo vantaggio ha preparato il terreno, per l’arrivo della variante piu' evoluta della specie umana, la nostra».
Dunque, all’inizio era un lupo, accanto ad un uomo paleolitico, nelle sterminate foreste e savane che ricoprivano il nostro pianeta. In quell’epoca, gli Homo sapiens vivevano in Africa, i neanderthaliani in Europa e gli Homo erectus in asia sudorientale. La domesticazione dei lupi, la loro trasformazione in cani, e' avvenuta probabilmente in Asia e in Europa, ma, anche nell’America settentrionale.
Ma come fanno fatto, i nostri lontani antenati, a cambiare la natura di un mammifero così evoluto come il lupo? Non deve essere stata un’impresa facile, perche' e' rarissimo, che una specie si sottometta ad un’altra. A quanto pare gli uomini di 135.000 anni fa debbono aver osservato il comportamento dei branchi di lupi e aver compreso che esiste una gerarchia. C’e' un maschio dominante, una femmina dominante e poi via via maschi e femmine sottomessi in grado diverso. Quando il branco cattura una preda, e' il capobranco a fissare la percentuale di cibo che ogni membro puo' mangiare.
I nostri antenati debbono essersi inseriti in questa complessa struttura gerarchica e debbono aver incominciato a «imbrogliare» qualche lupo facendogli credere di essere il capobranco. Tentativo dopo tentativo, il lupo si e' messo al servizio dell’uomo e ha iniziato a cambiare anche i propri dati genetici. E non solo loro: i bassotti, ad esempio, sono stati selezionati nelle campagne inglesi per cacciare le volpi infilandosi nelle loro tane. Avendo bisogno di un cane adatto allo scopo, quando per caso nascevano individui mutanti, con zampe corte e corpo allungato, invece di sopprimerli, li addestravano e badavano a farli riprodurre. Nei tempi della prima domesticazione, l’uomo si deve essere accorto come questo animale avesse caratteristiche utilissime alla sopravvivenza della nostra specie. E ha iniziato a sfruttarle.

Romeo Bassoli

gennaio 1999