
Giovedi' 22 aprile 1999
Trovata
un'altra carcassa di pitbull
Avvistata sulle sponde del
Tordino, vicino al ponte a catena
IL FATTO - Forse e' vittima di combattimenti
a.f.
TERAMO. Un'altra carcassa di pitbull sugli
argini del Tordino. Ieri e' stato avvistato un altro corpo, impigliato sul tronco di un
albero sulle sponde del fiume, vicino al luogo dove poco piu' di una settimana fa furono
trovate quattro carcasse di cani di grossa taglia.
Sul posto ieri e' intervenuta la polizia, che ha avvertito il servizio veterinario della
Usl. Il ritrovamento di ieri e' importante perche' sgombra il campo dai dubbi di chi
sosteneva che non si potesse fare un collegamento fra le carcasse trovate giorni fa sul
Tordino e i combattimenti illegali fra cani. Se quattro corpi potevano - con molto sforzo
- essere considerati una coincidenza, adesso il ritrovamento di un quinto, sempre nella
zona del ponte a catena, ma piu' a monte, rappresenta una conferma. Tanto piu' che chi ha
avvistato la carcassa racconta di aver visto nelle vicinanze altri sacchi azzurri, simili
a quelli trovati una settimana fa vicino ai cani.
Non solo: l'animale scoperto ieri e' un pitbull. Cioe' la razza che di solito viene usata
nei combattimenti. «E' un esemplare adulto dal pelo nero», racconta chi l'ha trovato,
«e' in buono stato di conservazione, solo la zampa anteriore sinistra e' scarnificata».
Si attende il sopralluogo dei veterinari della Usl: saranno loro a dover disporre
l'autopsia. Nel caso del ritrovamento precedente - un pitbull, un dobermann, un pastore
abruzzese e un altro cane non riconoscibile - non e' stata disposta perche', a detta di
chi ha effettuato il sopralluogo, lo stato di decomposizione era talmente avanzato che non
avrebbe dato risultati apprezzabili. Inutile anche l'appello rivolto dal sindaco, Angelo
Sperandio, che chiedeva di vederci chiaro. «E' opportuno che adesso qualcuno disponga
l'autopsia», dicono alla Lega per la difesa del cane,
«bisogna accertare le cause della morte. Con questo nuovo ritrovamento non si puo' dire
piu' che e' un caso che si ritrovino tutte queste carcasse sul Tordino».
Dello stesso avviso e' Enzo Caporale, direttore dell'istituto
zooprofilattico, il centro che dovrebbe eseguire l'autopsia. «Solo in uno stato di
iperdecomposizione non capiremmo di che cosa e' morto», osserva Caporale, «le ferite
inferte in un combattimento e' facile identificarle. Senza parlare del tatuaggio, con cui
si capirebbe se e' un cane padronale. Ritengo che il problema dei combattimenti fra cani
vada preso molto seriamente: e' necessaria un'indagine approfondita. Ma finora purtroppo
devo rilevare uno scarso interesse delle forze dell'ordine e del servizio veterinario per
il benessere degli animali. E poi i combattimenti, oltre ad essere una cosa barbarica,
sono legati a giri malavitosi. C'e' un grosso giro di denaro per le scommesse. Si dice che
in provincia ci siano, eppure sembra che non se ne occupi nessuno, almeno non se ne ha
notizia. Ribadisco che il nostro istituto ci tiene a fare le autopsie sugli animali morti
anche per capire, se non sono stati uccisi in combattimento, di quale malattia si tratti»
aprile
1999


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