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Martedi' 27 aprile 1999

Un cane pastore per l'Arma
Il nucleo cinofili dei carabinieri al «Little Ranch»
IL FATTO Prove positive su 4 esemplari

Tiziana Testa

PESCARA. Un cane "made in Abruzzo" potrebbe presto arruolarsi al fianco della Benemerita. Non e' ancora ufficiale, ma e' molto piu' che un'ipotesi: il «Little Ranch» di Cepagatti, gestito da Piero Accettella, ha ricevuto la visita di una delegazione nazionale del nucleo cinofili dei carabinieri; e il pastore italiano, razza selezionata e addestrata nell'allevamento del Pescarese, sembra aver conquistato molti militari dell'Arma. «Sono venuti il 21 aprile», spiega Accettella, 48 anni «erano una dozzina, hanno esaminato il cane per 3 ore e sono andati via molto soddisfatti. Avro' una risposta entro luglio». L'ottimismo del cow-boy nostrano trova conferma nelle parole del tenente Paolo Congedo, veterinario del comando generale dei carabinieri, a Roma: «Ho saputo», dice Congedo «che il colonnello Cicala, direttore di Veterinaria, e il comandante del centro cinofili Grossi hanno apprezzato molto il pastore italiano. Oggi o domani dovrebbe arrivare l'ultima valutazione: la relazione dell'istruttore capo dei cinofili, maresciallo Minchella».
Le previsioni di Congedo sono incoraggianti: «Seguivamo il pastore italiano da anni sulle riviste specializzate; poi e' arrivata la richiesta di Accettella e siamo passati a un esame diretto. La missione ha avuto un esito positivo. Oltre tutto e' un esemplare italiano, e un po' di spirito patrio non guasta». Ma quale prova hanno dovuto affrontare i cani del Little Ranch? «I carabinieri», spiega Accettella «hanno esaminato quattro pastori italiani: un cucciolone di 19 mesi, due di 4 anni addestrati solo all'obbedienza e uno di 12. Con i piu' piccoli e' stata sperimentata la reazione dinanzi a una minaccia: non sono indietreggiati d'un passo. Il piu' grande ha affrontato una prova d'attacco: mirava sempre al punto debole dell'avversario. Almeno per la prima fase, il pastore italiano verrebbe utilizzato solo per operazioni di ordine pubblico; l'addestramento dovrebbe iniziare in estate».
E l'intramontabile pastore tedesco? «So che ha qualche difficolta'», dice Accettella, «non e' piu' l'esemplare delle origini. Gia' a 7 anni presenta problemi all'anca. Il mio cane, invece, diventa adulto tardi, ma poi puo' lavorare fino a 17 anni». Per Accettella questo e' un buon momento: «Quando ho iniziato a selezionare il cane, 25 anni fa, mi prendevano per pazzo. Adesso fioccano riconoscimenti: qualche mese fa quello della scuola per ciechi di Scandicci; ora l'incontro con i carabinieri». Comunque vada a finire con l'Arma, l'impressione e' che nulla turbera' lo stile di vita bucolico del ranch di Cepagatti dove convivono una sessantina di cani, decine di gatti, un cavallo, un'oca e molte galline «allevate solo per le uova», come precisa Susy, moglie di Accettella.

aprile 1999