Martedi' 27 aprile 1999

RACKET & MASSACRI
Duelli tra animali: puntate milionarie
Trovati 12 sopravvissuti e un cimitero. Le leggende di “ Big Shot” e “Autotreno”


di ROBERTO PONTIROLI GOBBI

ROMA _ Il Rocky Marciano dei pitbull si chiamava Big Shot. Una leggenda dei combattimenti: i suoi avversari non si limitava a morsicarli e ferirli. Li sbranava. Morto il mitico Big Shot, dopo anni di ring da dominatore, il Mike Tyson di fine millennio che ne ha rilevato la trionfale eredita' e' Autotreno. Un frammento di passato in una storiaccia al presente: quella della scoperta di un giro di allevatori che addestrano e fanno combattere i loro cani, con un giro di scommesse da centinaia di milioni.
La Squadra mobile di Roma e i commissariati di Tivoli e Ostia hanno fatto terra bruciata intorno a questi allevatori. Ne hanno denunciati sei che operano nella provincia romana, a Tivoli e ad Ostia. Compresi gli unici due di cui si conoscono le iniziali: S.A. e A.G. di 32 e 22 anni, di Tivoli. Per tutti una denuncia a piede libero per maltrattamento di animali e l’ipotesi di reato per scommesse clandestine. Un lavoro investigativo iniziato due mesi fa quando a Campi di Sambuci venne trovato un cimitero di pitbull, con carcasse che presentavano lesioni e fratture tipiche da combattimento. Di lì un’indagine serrata con una serie di perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di undici cani feriti e numerose videocassette ”catalogo” (anche con le gesta del leggendario Big Shot) degli allevatori in cui erano registrati i combattimenti. Non solo tra cani, ma anche con cinghiali e puma. Uno scempio.
Quindi domenica il blitz in una mostra cinofila a Casalpalocco, dove gli investigatori hanno ottenuto il risultato sperato: incontrare tra i visitatori alcuni personaggi che apparivano nei video. Detto fatto, dunque. Ma si sa, il giro di persone e' piccolo e i personaggi che vi orbitano sono a stretto contatto tra loro. Così la voce si e' sparsa subito, al punto che ieri mattina a Tivoli e' stato trovato un pitbull nero ferito lasciato all’alba di fronte al canile di Tivoli. Quasi uno spiraglio di umanita'. A casa di altri allevatori, invece, sono stati sequestrati altri video le cui immagini erano state cancellate in fretta e furia. E in casa uno degli indagati teneva pure un bellissimo pitbull con vistosi segni di combattimenti: un occhio accecato, una zampa fratturata e numerose cicatrici sul corpo.
Un colpo mortale, dunque, a questa organizzazione di allevatori, alcuni dei quali peraltro avevano gia' precedenti specifici. Ma adesso gli investigatori stanno cercando di chiudere il cerchio. Anche perché, e' risaputo, dietro i combattimenti dei cani, e le relaticve scommesse milionarie, c’e' l’ombra della camorra o della malavita organizzata. Per i boss, infatti, un pitbull da combattimento rappresenta uno status. Come avere al polso un Rolex d’oro. Il cui valore del resto e' analogo, se non inferiore, a quello di Big Shot o di Autotreno.

aprile 1999