
Mercoledi' 28 aprile 1999
Salgono a 15 gli allevatori di
pitbull indagati.
A Casalpalocco trovate macchine-tortura per gli allenamenti
Cani gladiatori, altre nove
denunce
Da Tivoli e Ostia l’indagine sui combattimenti si
e' estesa a tutta Italia
di ROBERTO PONTIROLI GOBBI
ROMA _ L’ultima e' che ”Mike
Tyson” non si trova. Scomparso. Intanto l’inchiesta sui cani gladiatori e i
combattimenti clandestini si allarga a macchia d’olio. E percorre, attraverso i suoi
canali giudiziari, una bella fetta di Stivale. Partita da Tivoli e Ostia, si sta
estendendo fino al Basso Lazio, Abruzzo, Marche, Lombardia e Piemonte. Con una raffica di
denunce per gli allevatori di pitbull: alle sei di lunedì se ne sono aggiunte nove, tutte
al Nord Italia, per un totale di quindici. Tra i denunciati anche i componenti di
”Dog Bricher Association”, un sodalizio cinofilo settentrinale che, con tanta
(ma proprio tanta) fantasia si autodefiniva ”ente morale”.
E c’e' pure un ”latitante”, attivamente ricercato. Si chiama
Autotreno, e' un bellissimo pitbull nero ed e' il re imbattuto delle arene pirata. Il Mike
Tyson a quattro zampe, insomma. Il padrone, un commerciante trentenne di Ostia che tiene i
suoi animali in una struttura privata di Ostia Antica, e' stato denunciato, insieme agli
altri quattordici, per maltrattamento di animali ed e' indagato per organizzazione di
scommesse clandestine. Fatto sta che di Autotreno non c’e' traccia. E lo si deve
trovare ad ogni costo perché, appunto, e' un animale particolarmente aggressivo e
pericoloso.
Comunque sia, il padrone di Autotreno sta collaborando. Lunedì pomeriggio e' stato
interrogato dal dirigente del commissariato di Tivoli, Antonio Del Greco, che conduce
l’inchiesta, e sembra abbia fatto qualche ammissione. E la sua collaborazione, di
sicuro, portera' nuovi sviluppi all’inchiesta. Ieri, infatti, a Casalpalocco nella
tenuta di uno dei denunciati sono state trovate delle macchine per allenare i cani
gladiatori. In particolare, dei tapis rouland nei quali il cane, legato al guinzaglio
nella parte superiore, era costretto a camminare poiche' il pianale in legno gli si
muoveva sotto le zampe. Piu' che un allenamento, dunque, una tortura. A cui il pitbull era
sottoposto per ore e ore.
Inoltre gli investigatori tiburtini hanno accertato che in ognuna delle
”riunioni” organizzate all’interno di alcuni garage ad Ostia ed
all’aperto a Tivoli fatturava un indotto di scommesse sui trenta milioni, con singole
puntate fino a dieci milioni. E queste riunioni, in cui si organizzavano dai tre ai cinque
incontri, si svolgevano con cadenze mensili. La loro durata, poi, era proporzionata alle
capacita' dei cani impegnati nel ring. Il record, presumibilmente detenuto da Autotreno,
e' di appena un minuto e 26 secondi. In soli 86 secondi, infatti, il supergladiatore aveva
sopraffatto il malcapitato avversario. Gli altri match, invece, quando la forza dei due
animali era piu' equilibrata, potevano durare anche venti minuti.
Non solo: tra il materiale sequestrato e' spuntata fuori anche una lettera tra due
allevatori. Che contiene una sorta di decalogo etico del perfetto proprietario del pitbull
da combattimento. In cui, alla ”caro amico ti scrivo...”, vengono enunciate
alcune regole. Tra queste: «Non vendere subito il tuo cane che perde»; «Se non soccorri
il tuo cane ferito non meriti di avere un campione»; «Tutti i cani vanno trattati
individualmente, non criticare i cani che non ”iniziano” da giovani». E insieme
alle regole anche un po’ di psicologia: «L’uomo insicuro scarta subito il cane
che tarda a vincere, liberando così le sua paura ed incertezza di uomo. Un uomo così e'
un idiota che non merita di avere un cane». Così parlo', anzi scrisse, Zaratustra. Che,
da quanto trapelato, pare sia proprio il padrone di Autotreno.
la
difesa
(ha collaborato Caterina Ciavarella)
aprile
1999


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